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Nel Salento valanga di pesticidi in arrivo

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Per combattere la xylella fastidiosa che sta sterminando gli ulivi la Regione sceglie delle misure drastiche. Appello dei comitati ambientalisti e della Lega Tumori per i rischi alla salute e all’ambiente
Una valanga di pesticidi in arrivo per il Salento per la malattia che ha colpito gli olivi. La Regione Puglia impone l’obbligo d’uso dei fitofarmaci a partire da maggio, con l’obiettivo ufficiale di bloccare la corsa dell’insetto che veicola la diffusione della malattia che ha colpito gli ulivi.
Molto dura la posizione della Lega Tumori leccese (LILT), per cui la “cura è di gran lunga peggiore dell’infezione, essendo la chimica (e i pesticidi lo sono) responsabile di gravi danni alla salute umana”. Le irrorazioni saranno indiscriminate e non saranno risparmiate le aree parco, né i terreni coltivati a biologico.
Il Forum ambiente e salute ha fatto un appello ai Vescovi salentini di Lecce, Ugento, Nardò e Otranto, perché si ergano a guida contro la psicosi costruita artatamente su “Xylella”, in un clima di terrore nel quale si insinuano interessi e progetti nei fatti portanti alla cancellazione non solo degli ulivi, (simboli forti anche per la Cristianità), e soprattutto delle nostre tradizionali cultivar, ma anche del nostro territorio e della sua salubrità, impedendo alla Natura di risanare ritrovando come sempre i suoi millenari equilibri!
L’oncologo Giuseppe Serravezza della LILT Lecce, Lega Italiana per la Lotta ai Tumori, che ha chiesto l’urgente moratoria del folle piano programmato dalla Regione Puglia, per i danni certi, (con risultati inutili), che causerebbe alla salute delle persone, già tanto provata per l’ inquinamento anche proprio agro-chimico nel Salento, e all’ecosistema tutto sia naturale che agricolo.
Quella del Salento sta diventando un’emergenza nazionale. Davvero gli ulivi sono condannati a morire dopo 2000 anni di vita florida? Non ci sono altre alternative? La discussione va avanti, con l’attenzione di alcuni media, in primis il Fatto Quotidiano che segue da vicino la vicenda su cui c’è ancora molta disinformazione, tra allarmismi e soluzioni draconiane invise alla popolazione locale.

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