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Nuovi OGM: tre associazioni ricorrono al Tar per fermare le sperimentazioni in campo

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Tre associazioni presentano ricorso al Tar per chiedere la disapplicazione della legge che autorizza le sperimentazioni “facili” di nuovi OGM in campo aperto su suolo italiano.

Nuovi OGM: tre associazioni ricorrono al Tar per fermare le sperimentazioni in campo

Tre associazioni che si battono per i diritti dei contadini e dei consumatori presentano ricorso al Tar per chiedere la disapplicazione della legge che autorizza le sperimentazioni “facili” di nuovi OGM in campo aperto su suolo italiano. Le associazioni sono il Centro Internazionale Crocevia, l’Associazione Rurale Italiana (ARI) e l’Associazione di Base dei Consumatori (A.Ba.Co).

Il ricorso è indirizzato al Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, e agli enti che hanno richiesto e ottenuto il permesso di svolgere sperimentazioni in pieno campo, la Fondazione Edmund Mach e il CREA.

Le associazioni hanno impugnato i decreti del MASE del 19 dicembre e del 7 gennaio, che autorizzano le prove in pieno campo rispettivamente di vite e pomodoro OGM. «Il primo ha seguito la richiesta effettuata dalla Fondazione trentina, che intende testare su suoi terreni una vite modificata in laboratorio per osservare la eventuale resistenza alla peronospora – spiegano dal Centro Crocevia – Il secondo ha dato il via libera al CREA di Pontecagnano per piantare pomodori geneticamente modificati per resistere a piante parassite. Il campo di questo secondo esperimento è il Podere Stuard, azienda sperimentale con la contraddizione di avere anche terreni coltivati a biologico, regime che vieta gli OGM in ogni fase della filiera».

«I provvedimenti impugnati sono stati adottati dal Ministero dell’Ambiente secondo le procedure previste dall’art. 9 bis del D.L. 13 aprile 2023 n. 39, convertito con modificazioni dalla legge 13 giugno 2023 n. 68. Si tratta del cosiddetto “Decreto Siccità”, in cui è stato inserito l’emendamento che facilitava le sperimentazioni. In pratica, da un lato è stata abolita la valutazione del rischio per l’agrobiodiversità, i sistemi agrari e la filiera agroalimentare – proseguono da Crocevia – Dall’altro, è stato aggirato un obbligo fondamentale, quello della consultazione con il pubblico, in particolare i portatori d’interesse. Ciò configura una violazione del principio di precauzione e della direttiva europea 2001/18 sugli OGM, che impone la consultazione pubblica come passaggio fondamentale e non accessorio, del procedimento. Per questo, la richiesta al giudice è di disapplicare la legge in cui è tradotto il Decreto Siccità e annullare i provvedimenti di autorizzazione per la Fondazione Mach e il CREA».

«Non tolleriamo questa torsione autoritaria e i continui abusi della politica per favorire gli interessi di pochi tifosi del cibo di laboratorio – dichiarano i ricorrenti – L’Italia è da 25 anni un paese libero da OGM e questo ha permesso ai contadini di mantenere meglio che altrove la biodiversità, conservare e riprodurre le proprie sementi, adattare le colture ai territori e garantire prodotti di qualità. I nuovi OGM, ribattezzati TEA da lobbisti interessati a confondere l’opinione pubblica, presentano gli stessi problemi di sempre in termini di rischi sanitari e ambientali. Inoltre, sono prodotti brevettabili e porteranno a una enorme concentrazione del mercato delle sementi nelle mani di poche multinazionali, a una riduzione della biodiversità e all’aumento dei costi per gli agricoltori e le piccole aziende sementiere».

Le tre associazioni segnalano inoltre che «non c’è differenza giuridica oggi tra gli OGM e quelli rinominati TEA in Italia, come stabilito da una sentenza della Corte di Giustizia dell’UE del 2018. Proprio in seguito a quello schiaffo, la Commissione Europea, spinta dalle lobby agrochimiche e agroindustriali, ha iniziato le operazioni per scrivere un nuovo regolamento cucito su misura per questi nuovi OGM. L’intenzione è esentarli dalle attuali regole in vigore, che comprendono tracciabilità, etichettatura e valutazione del rischio, oltre a lasciare facoltà ai paesi UE di vietarne la coltivazione per ragioni socioeconomiche. Questo regolamento ad hoc è però ancora in fase negoziale e vede la contrarietà di molti paesi rispetto a una deregulation. Finché questo tentativo di forzare la realtà non andrà a compimento, dunque, non può esserci una deroga dedicata a questi organismi in Italia. Nemmeno per la sperimentazione. I TEA sono OGM, e come OGM vanno trattati».

Qui per sostenere le tre associazioni nelle spese per il ricorso al Tar

Qui l’appello di 200 associazioni per il no ai nuovi OGM

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LETTURE UTILI

PERCHÈ FERMARE I NUOVI OGM

La deregolamentazione di un’ondata di nuovi Ogm in Europa può cambiare per sempre l’agricoltura e il cibo che mangiamo.
Finora gli obblighi di tracciabilità, etichettatura e valutazione del rischio secondo il principio di precauzione avevano evitato a Italia ed Europa l’invasione di coltivazioni figlie dell’ingegneria genetica e del cibo creato in laboratorio. Ora però la Commissione Europea sta cancellando ogni vincolo per le cosiddette New Genomic Techniques (NGT), ribattezzate in Italia Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA), compresa la possibilità per gli Stati di vietarle sul loro territorio. In questo libro si intrecciano storia della biologia, inchiesta giornalistica e testimonianze dai movimenti, per raccontare gli enormi interessi e le relazioni pericolose tra multinazionali, politica e scienziati che rischiano di compromettere la vera transizione agroecologica, i diritti dei contadini sui semi e quelli dei consumatori a una scelta informata.

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"Perché fermare i nuovi OGM", il libro-inchiesta di Francesco Paniè e Stefano Mori

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"In difesa dei contadini": il nuovo libro di Antonio Onorati

IN DIFESA DEI CONTADINI

L’agricoltura che non è industriale non è facile, ma c’è, esiste e i contadini che la praticano sono ancora tanti e vogliono far sentire la loro voce. Ce lo spiega bene Antonio Onorati in questo libro, che ci fa capire:
• come le politiche agricole favoriscano i grandi gruppi e le multinazionali, ma anche come sia possibile cambiare rotta;
• come la pressione su brevetti e OGM rappresenti un enorme pericolo per la biodiversità e i piccoli coltivatori;
• come ci sia da fare un grande lavoro per ripensare le rappresentanze agricole;
• come sia sempre più necessaria e improcrastinabile una svolta agroecologica;

L’agricoltura contadina, e l’economia che le corrisponde, ha gli elementi necessari per garantire la produzione di cibo in armonia con la natura e non contro di essa.

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