Vai al contenuto della pagina

Ogm: con il suo sì l’Italia ha scoperto le carte

homepage h2

Con il voto del 27 gennaio in Commissione Europea, l’Italia ha scoperto le sue carte votando sì all’ok per tre varietà di mais ogm, che comunque non sono stati autorizzati perché la maggioranza non è stata raggiunta. E meno male che c’era qualche altra nazione prudente a far pesare il proprio voto!
E non può non suonare quanto meno stridente questo sì dell’Italia all’autorizzazione alla coltivazione di tre varietà di mais ogm proprio mentre a guidare il paese come premier c’è Paolo Gentiloni, già negli anni ’80 direttore de La Nuova Ecologia, il periodico di Legambiente, grande amico del Verde Francesco Rutelli e assessore a Roma quando Rutelli era sindaco. Che il sì dell’Italia sia frutto di un compromesso? E se sì, compromesso per mettere d’accordo chi?
L’Italia il 27 gennaio scorso si è schierata dalla parte degli OGM; il voto riguardava l’autorizzazione ex novo alla coltivazione di due mais OGM – il BT11 della Syngenta e il 1507 della DuPont Pioneer – e il rinnovo dell’autorizzazione dell’unico OGM al momento ammesso per la coltivazione nell’Unione europea, il mais MON810 della Monsanto. Poi però non è stata raggiunta all’interno del Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi (PAFF) la maggioranza assoluta necessaria, quindi l’ok non è passato.
«Il voto italiano a favore della coltivazione dei tre mais OGM, oltre a dare la zappa sui piedi all’agricoltura europea, è pura ipocrisia, dato che in Italia queste colture sono già vietate. Come spiega il ministro Martina questo autogol?», chiede Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura sostenibile Greenpeace Italia. «Gli europei, con gli italiani in testa, chiedono agricoltura sostenibile, e non quella intensiva e dannosa per l’ambiente promossa dalle multinazionali dell’agrochimica».
«L’anno scorso 17 Paesi europei si sono chiaramente espressi contro la coltivazione di Ogm sui loro territori: votare oggi a favore dell’autorizzazione a livello europeo, nascondendosi dietro la possibilità per ogni Stato poi di vietarne l’uso all’interno dei propri confini, è un’ipocrisia bella e buona. La decisione italiana è ancora più incomprensibile in un momento storico in cui l’Europa più che mai ha bisogno di riaffermare la sua identità e la sua unità. I rappresentanti dei nostri Paesi dovrebbero riconoscere una volta per tutte che i cittadini non vogliono Ogm in Europa e smettere di autorizzarli, iniziando a discutere su questioni davvero urgenti: come sviluppare economie agricole basate sulla biodiversità e sistemi di produzione del nostro cibo che siano sani e rispettosi degli Obiettivi di Sviluppo sostenibile», ha commentato Gaetano Pascale, presidente di Slow Food Italia.

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!