Vai al contenuto della pagina

Ogm, la contaminazione è già sulle nostre tavole

homepage h2

Mentre Monsanto annuncia che ritirerà le richieste per nuovi ogm in Europa, è dallo stesso ministro delle Politiche Agricole che arriva la conferma: la contaminazione ogm del cibo che mangiamo è già avvenuta.
Mentre Monsanto annuncia che ritirerà le richieste per nuovi ogm in Europa, è dallo stesso ministro delle Politiche Agricole che arriva la conferma: la contaminazione ogm del cibo che mangiamo è già avvenuta, è una realtà, anche se ci dicono che possiamo stare tranquilli.
La conferma è arrivata durante la conferenza stampa sui controlli nell’alimentare effettuati nel 2012. In base ai controlli, ha fatto sapere il ministro De Girolamo, i prodotti alimentari sul mercato italiano hanno rispettato i requisiti d’etichettatura previsti dalla normativa vigente (e questo va bene), ma la presenza di ogm, autorizzati e non, negli alimenti in Italia c’è, esiste, anche se “decisamente limitata e a livello di tracce”.
Semmai ci fosse stato bisogno di ulteriori conferme, ora ci sono. Il fatto di ammettere una soglia di tolleranza, per piccola che sia, ha significato il via libera alla contaminazione e sarà sempre più difficile tornare indietro, forse già impossibile.
Quindi dobbiamo brindare alla notizia che Monsanto ha confermato che nei prossimi mesi ritirerà quasi tutte le richieste per la coltivazione di ogm nella Ue? Mah, ormai il danno è fatto. Si dovrebbe invece introdurre la tolleranza zero, nessuna soglia di accettabilità per la contaminazione in moda da costringere legislatori, mercato e coltivatori a darsi da fare per limitare i danni e magari smantellare le coltivazioni ogm già attive.
Peraltro, come ha ricordato Greenpeace, “Monsanto cercherà di continuare la vendita del suo controverso mais Mon810, ultimo residuo delle coltivazioni ogm in Europa”. Monsanto, ricorda Greenpeace, “aveva già annunciato nel maggio scorso di voler riconsiderare le sue operazioni in Europa, a causa delle regolamentazioni severe e della mancanza di sostegno politico per le sue colture ogm”. Attualmente, ricorda l’associazione, “solo in Spagna ci sono coltivazioni non irrisorie (circa 100 mila ettari) di Mon810”. In Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e Romania, si tratta di superfici molto minori.
Ogni settimana, ricorda Greenpeace, “ci sono nuove prove degli effetti pericolosi sull’ambiente delle colture ogm, che consolidano la forte opposizione da parte di agricoltori, consumatori e governi: alla fine Monsanto dovrà ritirare anche il mais Mon810”.  Nel gennaio dello scorso anno, “anche l’azienda chimica tedesca Basf ha annunciato il suo ritiro dal mercato Ue, sempre a causa dell’opposizione degli europei verso i prodotti ogm”. L’autorizzazione per la coltivazione del Mon810 in Europa “è scaduta da tempo e questo mais deve essere sottoposto a una nuova valutazione sulla sua sicurezza”.
Bene dunque ha fatto l’Italia a dotarsi di un decreto che proibisca le semine, ora però occorre fare un passo ulteriore, drastico e andare fino in fondo.

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!