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Ogm: la Rai apre alle lobby?

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Michele Monetta, presidente di Upbio, è sobbalzato sentendo alla tv, nello specifico sui canali Rai, qualcosa che assomiglia molto ad un’apertura agli ogm…in vista di Expo 2015. Legittimo porsi qualche domanda e altrettanto legittimo decidere di non guardare più i canali Rai.
«L’altro giorno intorno alle 15, mangiando un boccone, ero talmente assorto nei mei problemi che quasi non mi accorgevo della televisione accesa. La mia attenzione si allerta quando sento un bello spot parlare di carote, di fragole, di arance (che volete, è deformazione professionale) ma subito dopo sentire parlare di OGM». Se volete avere un’idea di cosa ha sentito Monetta (presidente di Upbio, Unione Produttori Biologici e Biodinamici) potete dare un’occhiata al sito tematico lanciato dalla Rai che ha annunciato che seguirà l’Expo 2015 con una struttura creata appositamente.  Si incontrano in maniera ripetitiva affermazioni che insistono su concetti del tipo: «Molti dei frutti e degli ortaggi che consumiamo sono più invenzioni umane che prodotti della natura». Oppure ancora: «L’industria alimentare studia attentamente – e spesso brevetta – il disegno di quello che mangiamo. Perché il gusto è anche forma» cercando così di dare una valenza positiva, ricercata, chic del cibo industriale, per provare a riscattarlo dalla sua insalubrità, equivocando e cercando di far passare che il brevetto sul cibo è quello del ricciarello o del raviolo, senza spiegare che quello che invece oggi fa l’azienda del biotech è brevettare “cibi” di laboratorio geneticamente modificati e addirittura sementi ogm, costringendo i contadini ad acquistare ogni anno nuovi semi. «La mia impressione – ha aggiunto Monetta – è che sia partita la campagna sugli OGM per affermare come siano tutto sommato meno nocivi di quello che sembrano. Si omette volutamente di specificare nello spot che le piante modificate nel corso degli ultimi diecimila anni di storia sono sempre state ottenute con la selezione e l’incrocio di piante più buone, piu’ grandi, o semplicemente meno selvatiche, insomma in modo naturale.  Sembra invece che con questo spot si voglia far passare il teorema che se oggi le carote sono piu’ buone, piu’ produttive, piu’ saporite e di quel bel colore lo sono grazie alla moderna ingegneria genetica transgenica e non al genio creativo della natura e dei contadini. Sono i miei soliti cattivi pensieri oppure è una sensazione comune?». Peraltro il sapore non è esattamente ciò che caratterizza i vegetali di oggi rispetto a quelli di ieri!

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