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Olio di oliva finto

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Un’operazione dei Nas porta alla luce contraffazioni nella produzione di olio extravergine. In commercio mezzo milione di olio contraffatto spacciato per un prodotto di prima scelta. Metà dell’extravergine venduto come italiano potrebbe essere falso…
Il settore agroalimentare italiano non può tollerare frodi e falsificazioni. Quando come in questo caso vengono pizzicati i colpevoli le associazioni di categoria ringraziano, perché il settore ha bisogno di confermare la sua faccia pulita. Questa volta è toccato ai Nas, il nucleo antisofisticazione dei carabinieri, che in operazione condotta in Toscana, Lazio ed Emilia Romagna ha trovato materie prime e sostanze non ammesse. Sono stati sequestrati circa 2500 litri di olio di oliva privi di rintracciabilità, 5 mila litri di olio contraffatto contenuti in silos, circa 73 kg di clorofilla e 4 barattoli di betacarotene sufficienti a camuffare una grande quantità di olio di semi, o di olio di scarsa qualità, spacciandolo per olio extravergine di oliva. L’operazione è stata condotta in varie province dai carabinieri dei Nas di Firenze e della sezione di Pistoia, coadiuvati da militari dei comandi provinciali e da personale dell’Istituto Controllo Qualità Repressione Frodi del ministero delle Politiche Agricole, su delega della Procura di Pistoia.
Il reato contestato agli indagati è di associazione per delinquere finalizzata alla frode in commercio consistente nell’adulterazione e contraffazione di olio extra vergine di oliva. Il valore complessivo dell’olio sequestrato ammonta a oltre 500 mila euro e la quantità di sostanze per l’adulterazione, se non sequestrate, avrebbe permesso di immettere in commercio circa 500 mila litri di olio extra vergine di oliva contraffatto.
Secondo gli inquirenti, quella che si era creata era infatti una rete criminosa che reperiva anche all’estero, in Spagna e nel Maghreb, materie quali clorofilla e betacarotene, che vengono usate per la sofisticazione degli oli: servono a dare il tipico colore verde dell’olio di qualità a un olio che di qualità non è. Le due materie venivano poi cedute e oleifici compiacenti per l’adulterazione del prodotto e la successiva distribuzione, diretta – secondo quanto si apprende – ad attività di ristorazione oppure al commercio tipo “porta a porta”, ad opera di grossisti e commercianti.
Pronto il commento della Coldiretti. “Il falso extravergine fa crollare i prezzi dell’olio vero. Il prezzo riconosciuto agli agricoltori per il vero olio di oliva è crollato del 30 per cento anche per effetto degli inganni e delle frodi che danneggiano il settore e colpiscono produttori e consumatori. L’operazione dei Nas dei Carabinieri svela il “mistero” delle tante anomalie che si trovano sul mercato dove occorre diffidare da quegli olii che sono venduti a prezzi che non riescono a coprire neanche i costi di raccolta delle olive”.
Secondo il presidente di Cia Giuseppe Politi la quota di extravergine prodotto in Italia oscilla tra i 4 e i 5 milioni di quintali, mentre quello effettivamente commercializzato ammonta a 8-9 milioni di quintali. Ciò significa che almeno la metà dell’olio extravergine imbottigliato nel nostro Paese non è italiano e probabilmente neppure vero extravergine.

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