“Orto X orto”, l’amore per la terra a San Giovanni Valdarno
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Tutto questo è possibile, è una realtà: sono gli orti sociali di San Giovanni Valdarno, i cui promotori si sono organizzati in una associazione di promozione sociale chiamata “Orto X orto”. Gli orti si trovano nell’area industriale di Sant’Andrea, nei pressi del Borro di Vacchereccia.
«L’idea è nata grazie all’iniziativa della Regione Toscana “100.000 orti in Toscana”. All’epoca ero consigliere comunale e ho presentato una mozione per realizzare il progetto. Dopo l’approvazione all’unanimità del consiglio ho dovuto trovare l’associazione che portasse avanti il progetto, individuare il luogo e creare il progetto. Inizialmente l’associazione Terra Libera Tutti e l’allora presidente Luca Rasoti ci hanno dato fiducia e hanno preso in carico l’avvio del progetto; per la zona il Comune ci ha concesso l’attuale territorio degli orti sociali che al tempo erano ridotti a una discarica abusiva popolata da cattive frequentazioni. Per il progetto ha aiutato la mia diretta esperienza di ortista e di geometra assieme alle conoscenze dell’associazione Terra Libera Tutti e di altri amici, primo tra tutti Fabrizio Rangoni senza il quale questo progetto non si sarebbe mai realizzato. Il terreno quindi è stato concesso dal Comune di San Giovanni Valdarno mentre i fondi sono stati stanziati dalla Regione Toscana, con il cofinanziamento sempre del Comune di San Giovanni Valdarno».
«Il territorio, le scuole, la cittadinanza e le associazioni sono interessate a quest’area quale spazio di incontro, di cultura e di confronto sia a livello sociale che ambientale. Il progetto è in pieno fermento e partecipato attivamente; l’unico limite è costituito dalle nostre forze e dalla nostra disponibilità. Essendo infatti tutti volontari non abbiamo la capacità di rispondere a tutte le richieste che ci arrivano, quindi di fatto gestiamo gli orti sociali a un 15% della sua reale potenzialità intesa come ricadute positive sul territorio in termini di qualità della vita e dell’ambiente. Se si aggiungessero volontari magari si potrebbe fare di più».
«In un anno di attività abbiamo coinvolto circa 200 persone tra eventi, laboratori e attività ma in realtà le persone che hanno rapporti con gli orti sociali sono molte di più. Il raccolto è condiviso con amici e famiglie ma anche con semplici passanti che nel tempo, transitando accanto agli orti, hanno intessuto relazioni con gli ortisti creando anche piccoli “baratti” di verdure e cortesie. Tutto informale e spontaneo, niente di minimamente avvicinabile a un commercio, anche se la domanda che più frequentemente ci fanno è se vendiamo le nostre verdure. Oltre a questo abbiamo un canale YouTube e una pagina Facebook sulla quale teniamo un diario delle nostre attività e dove è possibile ripercorrere la storia degli orti sociali».
«Il valore su una scala da 1 a 10 è 11! Nella terra c’è già tutto e molte risposte ai quesiti e alle problematiche che tutta l’umanità sta affrontando, a nostro modesto avvisto, sono nascoste nel suolo e nelle persone che lo frequentano con costanza e semplicità».
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