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Quando anche l’ultimo (vero) contadino scomparirà…

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E’ ancora in attesa di essere discussa in Commissione parlamentare la proposta di legge sull’agricoltura contadina presentata dall’onorevole Adriano Zaccagnini e altri firmatari. Intanto è stata approvata la legge sull’agricoltura sociale che però non soddisfa il mondo della cooperazione sociale. Dobbiamo aspettare fino all’ultimo (vero) contadino?
La proposta di legge presentata dall’onorevole Adriano Zaccagnini e altri firmatari sull’agricoltura contadina è stata assegnata alla XIII Commissione Agricoltura in sede referente il 28 aprile scorso (il testo integrale del progetto di legge è scaricabile dall’allegato Pdf) con richiesta di ulteriori pareri di altre Commissioni. Non è ancora stata discussa. Si aspetta; questo paese ha evidentemente altre priorità. Intanto, tra le polemiche (malgrado i toni trionfalistici di politici e alcune associazioni di categoria), è stata approvata la legge quadro sull’agricoltura sociale per il riconoscimento e l’agevolazione dell’inserimento delle persone svantaggiate o di fsace deboli della popolazione in ambito rurale. La legge quadro definisce i macro-criteri, ora si dovranno muovere nel concreto enti locali, enti pubblici e soprattutto le Regioni.
Il mondo della cooperazione sociale parla di «occasione mancata». Nel corso del dibattito parlamentare infatti è stato cassato un emendamento che prevedeva che le cooperative sociali fossero riconosciute come agricoltura sociale solo in caso che il fatturato derivante da attività agricole fosse prevalente o comunque superiore al 30%, «così da escludere tutte quelle attività svolte dalle comunità di accoglienza di tossicodipendenti, dai centri per l’inclusione sociale dei disabili e per le persone con problemi di salute mentale. Infatti in questi casi, la parte di fatturato derivante dalle attività di agricoltura sociale è limitata e marginale rispetto al complesso delle attive sociali, sanitarie e riabilitative», ha ricordato il portavoce dell’Alleanza delle cooperative sociali, Giuseppe Guerini.
Passa una legge che nonsoddisfa lo stesso mondo della cooperazione sociale e non viene nemmeno presa in esame la lagge sull’agricoltura su piccola scala. Cosa aspettiamo? Dobbiamo attendere di vedere l’ultimo (vero) contadino schiacciato dall’agroindustria e dalle multinazionali? Eppure l’agricoltura contadina produce cibo per oltre il 70% della popolazione del pianeta, mentre l’agricoltura industriale non provvede che al 30%. Malgrado ciò, 2,8 miliardi di persone nel mondo vivono con meno di 2 dollari al giorno, la maggioranza è costituita da contadini o ex contadini che ora vivono nelle baraccopoli di qualche grande città. Esiste un numero imprecisato di persone che praticano un’agricoltura di piccola scala, dimensionata sul lavoro contadino e sull’economia familiare, orientata all’autoconsumo e alla vendita diretta; un’agricoltura di basso o nessun impatto ambientale, fondata su una scelta di vita legata a valori di benessere o ecologia o giustizia o solidarietà più che a fini di arricchimento e profitto; un’agricoltura quasi invisibile per i grandi numeri dell’economia, ma irrinunciabile per mantenere fertile e curata la terra (soprattutto in collina, montagna e nelle zone economicamente svantaggiate e marginali), per conservare ricca la diversità di paesaggi, piante e animali, per mantenere vivi i saperi, le tecniche, i prodotti locali e popolate le campagne e la montagna. E’ su queste premesse e su questi fatti che si basa la proposta di legge presentata, frutto del lavoro di un gruppo di associazioni e sostenitori che trovate elencate QUI
E dei piccoli agricoltori del terzo mondo schiacciati dall’agroindustria parla il documentario di Giuliano Girelli “L’ultimo contadino”, che vi proponiamo.
E’ prodotto da Mais ong ( ‪http://www.mais.to.it/), nell’ambito del progetto Creating Coherence ( ‪http://www.creatingcoherence.org/) finanziato dalla Commissione Europea. Co/produzione Associazione Documè ( ‪http://www.docume.org/) e Babydoc Film ( ‪http://www.babydocfilm.it/)
Credits
regia: Giuliano Girelli
montaggio: Giuliano Girelli e Enrico Giovannone (babydoc film)
riprese Indonesia: Giuliano Girelli e Sara Scappin
riprese Guatemala: Victorino Tejaxun Alquijay
riprese Burkina Faso: Abdoul M. Compaore
riprese Italia: Giuliano Girelli e Francesco Bordino
mix audio: Niccolò Bosio
musiche: Giuliano Girelli e Niccolò Bosio
Contadini
Indonesia: I Ketut Sumiatra
Guatemala: Baldomera Xunic
Burkina faso: Eloïse Ouedraogo
Italia: Roberto Schellino
Esperti
Italia: Prof. Luciano Gallino (sociologo, economista) e Giorgio Cingolani (economista agrario)
Indonesia: Hira Jhamtani (attivista ambientalista)
Guatemala: Magali Rey Rosa (attivista ambientalista)
Mali: Mamadou Goïta (rete delle associazioni contadine africane ROPPA)

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