In 50 anni il sapere dell’agricoltura italiana è stato annichilito dalle coltivazioni intensive e soffocate dalla chimica. Da Matera, dove si è tenuto nei giorni scorsi il convegno nazionale “Quando la medicina incontra il cibo”, arriva un appello a cambiare strada.
L’Azienda Agricola Giura Longo di Matera ha ospitato nei giorni scorsi il convegno “Quando La Medicina incontra il Cibo” promosso e organizzato dall’associazione GranoSalus insieme con Terra e Salute.
Una sala gremita di agricoltori e consumatori ha ascoltato per oltre tre ore i numerosi relatori che hanno raccontato lo stato di degrado in cui versa l’agricoltura, ormai ostaggio della chimica più spinta, e le gravissime ricadute sulla salute dell’ambiente, degli animali e, infine, degli uomini.
«In soli cinquant’anni la sapienza dell’agricoltura Italiana che per tradizione millenaria aveva garantito una filiera di prodotti vegetali e animali di assoluta eccellenza, raccolti nella cosiddetta “Dieta Mediterranea”, è stata annichilita per lasciare il posto a coltivazioni intensive, chimicamente assistite, con la conseguenza di provocare una compromissione del biosistema così grave da rendere pressoché sterili i terreni sempre più bisognosi di cure per fornire elementi vitali alla vegetazione e, nel contempo, combattere i parassiti animali e vegetali – hanno detto i relatori – Inoltre, una politica sempre più asservita ad interessi economici transazionali, ha prodotto leggi e normative assurde che, solo per citare un esempio clamoroso, classifica come inadatto per l’alimentazione dei suini e bovini canadesi il grano contenente quantità di DON (deossinivalenolo o vomitossina) superiori a mille parti per miliardo mentre la soglia limite per l’alimentazione umana in Italia è fissata a 1.750 . La conseguenza intuibile? Quello che non possono mangiare i maiali canadesi lo mangiano i cittadini Italiani. E perché nelle analisi del sangue del 75% degli adulti tedeschi si riscontrano alte percentuali di Glifosato (sostanza erbicida ma registrata anche come antibiotico!) molto elevate? Stessa sostanza che abbonda nel terreno degli uliveti colpiti da Xilella? Uomini e piante si ammalano e muoiono per tante malattie, o vivono sempre più acciaccati da sofferenze, allergie e intolleranze alimentari. Sono virus, bacilli, prioni e varie amenità che sembrano diventare ogni giorno più numerosi e aggressivi e, invece, la verità è un’altra: sono i sistemi immunitari di uomini e piante che indeboliti dalla chimica innaturale introdotta nei campi e, quindi, negli alimenti non reagiscono come dovrebbero agli agenti esterni. Se a ciò si aggiungono le scelte delle amministrazioni locali di ubicare, a ridosso di aree protette dove il cibo agricolo eccelle per le sue caratteristiche sanitarie, impianti di compostaggio dei rifiuti dimensionati per raccogliere tutta la produzione regionale della Basilicata, il livello di pressione ambientale non potrà che aumentare compromettendo così l’immagine di un cibo sano. Un chiaro segnale, questo, di una politica disattenta al suo territorio e al suo ambiente, che ciclicamente invece di rifiutare certe scelte sa occuparsi solo di “rifiuti”. Non dobbiamo scomodare le dichiarazioni depositate presso le Commissione Parlamentari d’inchiesta per intuire che la provincia di Matera risulti la più idonea nell’ ambito del territorio nazionale per ipotizzarvi l’insistenza di traffici illeciti legati proprio al ciclo dei rifiuti. Le risposte sono intuibili ma nel convegno sono state spiegate agli esterrefatti intervenuti da medici, agronomi, psicologi e omeopati intervenuti. Oggi non è obbligatorio indicare sul pacco di pasta che acquistiamo quali e quanti veleni contiene, è sufficiente che siano al di sotto della soglia stabilita dalla legge».
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