Prosegue e si rilancia la Campagna nazionale che invoca una legge per la salvaguardia e la valorizzazione dell’agricoltura contadina, promossa da diverse associazioni rurali e agricole. Un recente incontro in Piemonte ha raccolto l’impegno anche di enti locali e decisori politici, ma, dicono i promotori, «bisogna accelerare».
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Campagna nazionale per una legge sull’agricoltura contadina è promossa e sostenuta da diverse associazioni rurali e agricole (tra cui Associazione Antica Terra Gentile Lessinia, Associazione nazionale Civiltà Contadina, Associazione Consorzio della Quarantina Liguria, Rete Corrispondenze Informazioni Rurali, Rete Bioregionale Italiana). E il rilancio della Campagna è arrivato proprio dal Piemonte, dove la Regione ha annunciato che fine anno discuterà in Consiglio la Legge quadro regionale sull’agricoltura, nella quale sono inserite norme di semplificazione sulle piccole produzioni contadine e si affronta il tema dei terreni in abbandono e la multifunzionalità degli agricoltori.
«La campagna popolare mette al centro la ricchezza e la biodiversità delle produzioni agricole, il loro ruolo di presidio delle località montane e collinari e la loro capacità di svolgere molteplici funzioni, anche sociali – spiegano i promotori – La legge quadro dovrebbe tenere conto delle peculiarità dell’agricoltura contadina: le forme di conduzione di comunità o familiari, le pratiche agronomiche conservative e sostenibili, il radicamento territoriale, le produzioni per l’autoconsumo e per la vendita diretta al consumatore, la riproduzione di sementi locali e autoctone e la trasformazione diretta dei propri prodotti».
«In Italia 1,3 milioni di aziende hanno una superficie aziendale inferiore ai 5 ettari. L’agricoltura italiana è rappresentata in gran parte da aziende di piccole dimensioni, che vivono del lavoro familiare – proseguono le associazioni – Nonostante la crisi e i fallimenti aziendali sono loro a dare il contributo maggiore alla produzione agricola nazionale. Secondo dati Eurostat le aziende italiane con una superficie inferiore ad un ettaro producono cibo per un valore che supera 75 milioni di kcal. Se si sommano le fattorie tra uno e 20 ettari la produzione totale di cibo va oltre i 3 miliardi di kcal, mentre quelle oltre i 100 ettari si fermano a poco più di 1 miliardo. Le piccole aziende italiane fino a 20 ettari, che controllano circa un terzo delle terre coltivate, forniscono il doppio delle chilocalorie prodotte dalle aziende di grandi dimensioni, che occupano più della metà dei campi».
Dal palco piemontese è stato lanciato anche un appello all’Italia perché voti a favore della Dichiarazione delle Nazioni Unite per i diritti dei contadini e dei lavoratori nelle aree rurali all’Assemblea Generale dell’ONU di New York, nel mese di dicembre. Associazioni di contadini e ong il 4 novembre scorso hanno inviato una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiedendo il riconoscimento dei diritti di chi, pur avendo aziende di piccole e medie dimensioni, rappresenta una risorsa fondamentale per l’economia, la cultura e per la salvaguardia dell’ambiente, in Italia e nel mondo.