Il Tar del Lazio ha rigettato il ricorso presentato contro il decreto interministeriale che vieta la semina del mais MON810 geneticamente modificato. Pienamente soddisfatte le 39 associazioni della Task Force per un’Italia Libera da OGM. La sentenza, che ha confutato tutte le motivazioni del ricorrente, viene apprezzata per la sua chiarezza espositiva e soprattutto perché rimette al centro della questione OGM il principio invalicabile di precauzione: “quando sussistono incertezze riguardo all’esistenza o alla portata di rischi per la salute delle persone” – si legge nella sentenza – “possono essere adottate misure protettive senza dover attendere che siano esaurientemente dimostrate la realtà e la gravità di tali rischi”.
Pertanto, “il contestato decreto rispecchia in toto le condizioni previste” per l’applicazione del principio di precauzione, essendo state tra l’altro provate le conseguenze negative per l’ambiente. La sentenza riconosce al decreto interministeriale impugnato il carattere di una misura di emergenza, la cui adozione è chiaramente ammessa dalle ultime pronunce della Corte di Giustizia. Si tratta dunque di un risultato importante che sottolinea la necessità di garantire un corretto bilanciamento tra interessi tanto delicati quanto fondamentali: la libertà di iniziativa economica non può essere elevata a principio supremo se risultano in pericolo la salute delle persone, il benessere degli animali e l’ambiente.
La Task Force per un’Italia Libera da OGM sollecita infine il Governo italiano a impegnarsi quindi nel semestre europeo affinché l’Ue adotti una chiara regolamentazione sugli OGM che rafforzi la procedura di valutazione dei rischi e il diritto degli Stati Membri di vietare la coltivazione di OGM.
“Siamo molto soddisfatti dell’esito di questa sentenza – affermano AIAB, FEDERBIO eAssociazione Italiana Agricoltura Biodinamica – che ristabilisce le ragioni della democrazia e della sovranità alimentare. Per quello che riguarda il biologico, dopo le impennate dei consumi interni e delle esportazioni, tutti ormai sono concordi nell’indicare in questo tipo di produzione agricola il modello alimentare del futuro. Questa sentenza è un ulteriore passo in questa direzione. A conferma che lo sviluppo agricolo italiano può seguire solo la strada dell’agricoltura biologica, diversificata e di qualità”. “Siamo anche convinti – aggiungono le tre associazioni- che il lavoro comune del mondo del biologico abbia contribuito in modo determinante a portare avanti il buon lavoro fatto tutti insieme nella task force”.
Per le tre associazioni è importante a questo punto che il Governo, insieme alle Regioni, vigili sull’applicazione del decreto interministeriale e confermi l’impegno in previsione della presidenza italiana per il prossimo semestre europeo. I ministri delle Politiche agricole, dell’Ambiente e della Salute hanno, infatti, già affrontato il tema OGM e stanno già collaborando con la Grecia alla definizione della proposta di modifica della direttiva che disciplina il settore.
“Adesso infatti inizia il lavoro fondamentale affinché il divieto di coltivare piante transgeniche nel nostro Paese – dicono le tre associazioni – sia chiaro e definitivo. E questo potrà avvenire attraverso una modifica della disciplina europea che preveda: una riforma della procedura di autorizzazione degli OGM; l’avvio di un processo di rafforzamento del sistema di valutazione del rischio OGM, l’approvazione della proposta di regolamento che consente agli Stati Membri di vietare la coltivazione di OGM sul proprio territorio, in linea con la posizione adottata dal Parlamento europeo nel 2011”.
La Task Force per un’Italia libera da OGM è composta da:
Acli • Adoc • Adiconsum • Adusbef • Aiab • Amica • Associazione per
l’Agricoltura Biodinamica • Assoconsum • As. Se. Me. • Campagna Amica
• Cia • Città del Vino • Cna Alimentare • Codacons • Coldiretti •
Crocevia • Fai • Federconsumatori • Federparchi • Firab • Focsiv •
Fondazione Univerde • Greenaccord • Greenpeace • Isde • Lega Pesca •
Legacoop Agroalimentare • Legambiente • Lipu • Movimento dei
consumatori • Movimento difesa del cittadino • Slow Food Italia •
Symbola • Uecoop • Una.api • Unci • Upbio • Vas • Wwf