Vai al contenuto della pagina

Sul tetto della FAO l’orto biologico realizzato da NaturaSì

homepage h2

Un laboratorio agro-ecologico: è l’essenza del Bio-Orto, realizzato da NaturaSì, inaugurato sul tetto della FAO, a Roma con l’obiettivo di esplorare la possibilità di replicare giardini pensili biologici dove il suolo è scarso o poco produttivo per alleviare la carenza di cibo nei sistemi più fragili come le montagne e le zone urbane.
Sul tetto della FAO l’orto biologico realizzato da NaturaSì
Un laboratorio agro-ecologico: è l’essenza del Bio-Orto, realizzato da NaturaSì, inaugurato sul tetto della FAO, a Roma con l’obiettivo di esplorare la possibilità di replicare giardini pensili biologici dove il suolo è scarso o poco produttivo per alleviare la carenza di cibo nei sistemi più fragili come le montagne e le zone urbane.
Si tratta di un vero e proprio orto che ospita antiche varietà biologiche, tra cui – in questa stagione – il peperoncino Papecchia, il cavolfiore violetto catanese, la cicoria catalogna di Brindisi, il sedano nostrale di Francavilla Fontana e il peperone Sweet Julie, solo per citarne alcune.
Questo orto biologico modulare all’avanguardia è il primo nel suo genere è realizzato appunto da NaturaSì con l’Università La Sapienza – Orto botanico di Roma, la startup Ecobubble e Slow Food in qualità di membri della Mountain Partnership.
“Abbiamo unito la volontà, la determinazione e la competenza di soggetti che da anni si adoperano per garantire il diritto di tutte le popolazioni di vivere in un ambiente sano, grazie anche a sistemi agroalimentari più efficienti, inclusivi, resilienti e sostenibili”, ha commentato Fausto Jori, Amministratore Delegato di NaturaSì. “Il Bio-Orto vuole essere un esempio, un’esperienza replicabile in altre realtà per promuovere un’agricoltura capace di dare ossigeno e cibo sano anche in contesti urbani dove il suolo è scarso, contesti a cui l’agroecologia può contribuire anche donando bellezza”.
Il Bio-Orto infatti può offrire soluzioni per alleviare la carenza di cibo soprattutto in regioni in cui i terreni agricoli stanno diventando sempre più scarsi o in aree densamente popolate dove può ridurre la pressione sull’ambiente e portare ulteriori benefici alla società.
Progettato dalla startup Ecobubble, il Bio-Orto è realizzato con tecnologia italiana: attraverso un sistema che si basa sull’osservazione informatizzata dello stato di salute della pianta e sulla rilevazione del contenuto di acqua presente nel terreno, può garantire alle coltivazioni la fornitura del quantitativo di acqua ottimale. Le coltivazioni saranno ospitate all’interno di contenitori mobili a forma triangolare che potranno essere disposti in diverse configurazioni. I moduli sono dotati di meccanismi per il drenaggio dell’acqua per evitare danni arrecati da precipitazioni troppo abbondanti.
Le specie di piante selezionate per la coltivazione provengono dai ‘campi catalogo’ della Fondazione Seminare il Futuro, di cui NaturaSì fa parte. Da anni impegnata in ricerca e selezione di varietà specifiche per l’agricoltura biologica, la Fondazione ha tra i suoi principali obiettivi quello di rispondere all’impoverimento della biodiversità agricola, soprattutto in relazione alla necessità di coltivare specie resistenti alla crisi climatica.
Negli ultimi 100 anni è scomparso il 75% delle specie vegetali impiegate in agricoltura. “Tra le principali cause della perdita della biodiversità troviamo l’uso di un numero sempre più ridotto di varietà vegetali coltivate in porzioni di territorio sempre più estese”, ha commentato Jori.
“A produrre il 60% dei semi venduti in tutto il mondo sono solo quattro grandi aziende e si tratta di semi che non soddisfano le necessità del biologico, che ha bisogno di varietà legate alle caratteristiche delle aree di produzione, oppure selezionate per una pratica agroecologica in grado di svilupparsi con una buona resa in campi dove la chimica di sintesi non viene impiegata. Ecco perché è necessario investire per promuovere la ricerca, la selezione e la riproduzione di semi di varietà capaci di adattarsi alla crisi climatica per tutelare, da un lato, la biodiversità e, dall’altro, assicurare libertà agli agricoltori che sarebbero così in grado di riprodurre da soli le sementi di cui hanno bisogno”, conclude. Lotta al cambiamento climatico, quindi, ma anche alla crescente crisi alimentare denunciata dalla FAO, che vede tre miliardi di persone soffrire la fame o nutrirsi in maniera sbagliata.
ll Bio-Orto, quindi, si presta a molteplici utilizzi: scientifici, educativi, divulgativi, di sensibilizzazione, di ricerca sull’innovazione agricola e l’agro-biodiversità coltivata, nonché benefici ambientali. I dati saranno monitorati e analizzati dal Dipartimento di Biologia Ambientale dell’Università La Sapienza di Roma per sperimentare moderne tecnologie applicate alla nutrizione delle piante e all’irrigazione per un uso efficiente delle risorse, tra cui l’acqua. L’intento è quello di promuovere forme di agricoltura biologica capaci di sfruttare le moderne tecnologie e studiare così le performance delle piante e la resistenza agli stress idrici delle piante stesse.
Il Bio-Orto potrà essere oggetto di visite guidate e tra tre anni verrà restituito a NaturaSì per la sua istallazione presso l’Orto Botanico di Roma.

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!