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Trazione animale: per un’agricoltura senza petrolio

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L’antica trazione animale combinata con attrezzi agricoli d’avanguardia è un’alternativa ed economicamente sensata alla meccanizzazione esasperata in agricoltura, con numerose implicazioni positive per le realtà di piccole e medie dimensioni.
Autore: Luisa Valeria Sapia

Ai giorni nostri pensare a cavalli, vacche ed asini che tirano un carro, un aratro o un altro attrezzo agricolo o di lavoro, sembra semplice folclore o fanatismo antiquato e retrogrado. In realtà la trazione animale ha un suo valore intrinseco da riscoprire e valorizzare, ed offre concrete possibilità di applicazione in agricoltura e orticoltura, nonché per lavori agroforestali e trasporti vari.
In Europa sono in corso vari progetti di utilizzo della trazione animale, soprattutto equina, ed addirittura negli Stati Uniti ci sono aziende agricole, anche di grandi dimensioni, produttivamente competitive e tecnicamente innovative, che utilizzano il cavallo in maniera spesso esclusiva servendosi di attrezzi a trazione animale moderni, maneggevoli ed efficaci.

Un’alternativa sostenibile
Ma andiamo per ordine. Innanzitutto, l’utilizzo della trazione animale si propone come alternativa ai combustibili che alimentano i potenti trattori odierni. Se pensiamo infatti ad un futuro in cui combustibili fossili saranno scarsamente disponibili (vedi l’articolo «Petrolio: la festa è finita», pubblicato su Aam Terra Nuova di dicembre 2007), ed ai problemi connessi con un utilizzo
su vasta scala dei combustibili derivati da biomasse (vedi «Biomasse: un pericoloso equivoco», Aam Terra Nuova di aprile 2007), la trazione animale emerge come soluzione ecologicamente sostenibile.
Le emissioni di CO2 vengono drasticamente abbattute, eccezion fatta per quelle poche attrezzature specifiche che utilizzano un piccolo motore a scoppio aggiuntivo; il fabbisogno di cibo per gli animali può essere fornito autonomamente dall’azienda, eliminando i costi economici ed ambientali
di trasporto, raffinazione ed altre trasformazioni dei combustibili fossili o derivati da biomasse. Inoltre, le «emissioni» di questi fantastici «motori erbivori» – il letame – va direttamente ad aumentare la fertilità della terra come concime.

>> E’ praticabile la coltivazione di una terra a trazione animale?
>> Quali sono i vantaggi in termini ambientali ed economici?
>> Esistono in Italia esempi pratici di questo modello?

La versione completa dell’articolo sul tema Decrescita dal titolo “Trazione animale: per un’agricoltura senza petrolio” di Luisa Valeria Sapia è disponibile sul numero di Marzo 2008 di Terra Nuova.

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