Possono miscele di semi racchiudere al loro interno tanta forza, innovazione e diversità da riuscire a contrastare i disastrosi effetti dei cambiamenti climatici? E come gli agricoltori possono diventare custodi di patrimoni ambientali?
AIAB, insieme a FIRAB, ARCOIRIS, Miscugli, FIRAB, EUGEA, con la supervisione scientifica del professor Salvatore Ceccarelli, lancia una campagna a tutela della biodiversità, del suolo e della sovranità alimentare perché una manciata di semi possa essere un grande capitale.
Perché è importante la biodiversità?
La biodiversità rafforza la produttività di un qualsiasi ecosistema (di un suolo agricolo, di una foresta, di un lago…). È dimostrato che la perdita di biodiversità contribuisce all’in- sicurezza alimentare ed energetica, aumenta la vulnerabilità dei sistemi ai disastri naturali, come frane, inondazioni o tempeste tropicali, diminuisce il livello della salute all’interno delle comunità, riduce la disponibilità e la qualità delle risorse alimentari e idriche, impoverisce le tra- dizioni culturali, tra cui il sistema di produzione del cibo.
Ciascuna specie, poco importa se piccola o grande, svolge un ruolo utile nell’ecosistema in cui vive e, proprio in virtù del suo ruolo, aiuta l’ecosistema a mantenere i suoi equilibri vitali. Anche una specie che non è a rischio su scala mondiale può avere una funzione essenziale su scala lo- cale e la sua diminuzione avrà un impatto sulla stabilità dell’habitat. La biodiversità è un valore ed è fonte per l’uomo di beni, risorse e servizi: i cosiddettiservizi eco- sistemici. Di questi servizi beneficiano direttamente o indirettamente tutte le comunità umane, animali e vegetali del pianeta.
La biodiversità è dunque un bene comune e, come tale, va custodita e coltivata.
Quanta ne perdiamo?
Esistono diversi fattori di perdita di biodiversità. Su scala globale, i principali fattori di perdita di biodiversità animale e vegetale sono ladistruzione, ladegradazionee laframmentazionedegli ecosistemi, a loro volta causate sia da calamità naturali sia, e soprattutto, da profondi cambiamenti del territorio e del clima causati dall’uomo.
A livello agricolo è il modello di produzione intensivo basato sullo sfruttamento delle risorse, l’uso di pesticidi e una selezione genetica spinta, impostata sulla produttività presunta, l’omogeneità varietale e la proprietà dei semi.
Oggi solo quattro multinazionali controllano circa il 65% del mercato delle sementi; sono le stesse che controllano il mercato dei pesticidi, dei farmaci e dei marchi alimentari.
Dati FAO evidenziano da anni la criticità della situazione. Si stima infatti che delle 270.000 specie vegetali conosciute, più di 30.000 siano commestibili; oggi ne vengono coltivate non più di 120, ma solo tre di queste forniscono supporto alimentare a oltre il 50% della popolazione mondiale. Le sementi geneticamente modificate sono l’emblema di questo modello; semi coperti da brevetto, venduti insieme al pesticida a cui sono resistenti, grazie all’introduzione di un filamento di gene estraneo alla specie, che la natura è capace di superare nel breve periodo.
La biodiversità è invece il cuore del sistema agricolo; questa va tutelata, sia con le pratiche agronomiche proprie dell’agricoltura biologica e biodinamica, sia la- vorando sui semi del futuro.
Come contribuire a fermare la perdita di biodiversità?
Una risposta realmente innovativa è la selezione evolutiva. Questa tecnica, figlia dellaselezione partecipata, perché fatta insieme da ricercatori e agricoltori, è un metodo che affida all’ambiente di coltivazione l’evoluzione dei semi. Il miscuglio di varietà si adatta ed evolve permettendo anche una selezione per arrivare ad una «varietà» con ampia base genetica, capace così di rispondere agli stress ambientali, garantendo produzione anche in condizioni avverse.
Da numerose esperienze e progetti nasce un’esperienza consolidata e un capitale di miscugli di semi provenienti da incroci e da varietà spesso di poco interesse per l’agricoltura convenzionale ma con caratteristiche tecniche e nutrizionali interessanti, da mettere in campo a beneficio dell’agricoltura biologica, dell’ambiente e dei contadini e dei consumatori.
Custodendo, tutelando e coltivando biodiversità
Lo scopo della campagna è recuperare e diffondere biodiversità, tramite la disseminazione di miscugli di semi provenienti da incroci e raccolte, anche di «varietà antiche», nelle aziende agricole biologiche e biodinamiche che vorranno partecipare, diventando così custodi e moltiplicatori di semi.
Obiettivo della campagna è quello di contribuire alla conservazione/valorizzazione di risorse genetiche di cereali e di altre specie, attivando una rete didattico-informativa a sostegno delle aziende coinvolte, per rendere ai contadini il ruolo di garanti della biodiversità e la proprietà delle sementi.
AIAB e i suoi partner forniranno miscugli di semi alle aziende biologiche, assistendole nella gestione e selezione evolutiva. Gli agricoltori diverranno così custodi e pro- motori dei semi del futuro. Le finalità di questa campagna sono diverse e correlate tra loro. Le più importanti sono:
• Riportare in campo la biodiversità necessaria a garantire produzione agricola anche in con- dizioni climatiche estreme
• Creare varietà con ampia base genetica adattate all’ambiente di coltivazione e in grado di continuare ad evolvere
• Restituire la proprietà del seme agli agricoltori sottraendoli alla dipendenza delle multinazionali.
Come puoi contribuire tu?
Diventando anche tu «custode di biodiversità» dando il tuo contributo anche economico alla campagna affinché questi miscugli di semi:
• siano conservati nel tempo
• evolvano adattandosi alle condizioni pedoclimatiche dell’ambiente
• diventino una risorsa economica per le aziende
• restino di proprietà degli agricoltori
• vengano condivisi con altri agricoltori