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Alimentazione e sonno nel bambino

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Dal libro “Svezzamento secondo natura” vi proponiamo un passo con le indicazioni sulla relazione che esiste fra il cibo somministrato al bambino e la capacità che può avere di influenzare il suo sonno. Dall’usanza del biberon di latte prima di dormire alle proteine animali per cena: tutto quello che i genitori devono sapere.
Svezzamento secondo natura
di Michela Trevisan
Terra Nuova Edizioni
cod. EA070 – pp. 200 – € 13,00
(per gli abbonati € 11,70)

Nell’essere umano il ritmo con cui vengono assunti i pasti, la loro composizione e il loro orario influenzano la qualità del sonno. Questo è vero ancor più per il bambino che, se lasciato libero, ha ritmi suoi di sonno/veglia soggetti a risentire pesantemente di cambiamenti nell’ambiente o nella dieta.
Prima dello svezzamento il bimbo può essere disturbato da alimenti assunti dalla madre che allatta o dal tipo di latte artificiale. La madre che allatta dovrà stare attenta a non assumere sostanze eccitanti (tè, caffè, cola…) nelle ore pomeridiane, perché questo potrebbe causare al bambino difficoltà di addormentamento serale e in alcuni casi anche risvegli notturni. Inoltre andranno evitati i cibi allergizzanti se vi è una familiarità (padre o madre allergici anche ad allergeni ambientali come polveri e pollini o ad allergeni farmacologici). I principali alimenti da evitare sono: uova, crostacei, latticini, arachidi, ma potrebbero essere incriminati anche il frumento e la soia, arance, fragole e pomodori.

Se il bambino o la madre che allatta soffrono di un’allergia ambientale (pollini, polvere ecc.) ci si dovrebbe informare sui cibi che possono dare risposte “crociate” con l’allergene che causa l’allergia (l’esempio più classico è la mela con il polline di betulla!). Alcuni alimenti possono dare inoltre meteorismo, come le cipolle cotte, le patate, i carciofi, l’insalata, i legumi (fagioli, soia, lenticchie ecc.), l’orzo, il lievito in fiocchi, i dolci, un eccessivo consumo di frutta o succhi di frutta, il latte e i latticini freschi (soprattutto la mozzarella). Durante e dopo lo svezzamento invece è il diretto contatto dell’intestino del bambino con il cibo che può determinare risvegli notturni. 

Allora tra le regole generali possiamo dire che è meglio evitare di dare al bambino proteine animali la sera, ad eccezione (se è accertato che non ci sia un’intolleranza) di un po’ di latte o di ricotta nella pappa, al massimo 2 o 3 volte la settimana. È sicuramente da abolire il biberon di latte prima di addormentarsi! Sia perché potrebbe disturbare il sonno, sia perché favorisce la formazione di carie anche nei denti che devono ancora spuntare. Per favorire il sonno possono essere casomai utilizzate tisane a base di malva, tiglio, fiori d’arancio o camomilla. Attenzione però, perché quest’ultima in alcuni soggetti può avere anche l’effetto opposto! Ovvero eccitante invece che calmante!

Il pasto serale non deve essere consumato troppo tardi, tra le 19 e le 20, e deve essere composto di un piatto dolce, ossia da cereali (che per il palato del bambino hanno un sapore naturalmente dolce) insieme a verdura o frutta cotta ed eventualmente latte di riso, oppure uvetta e albicocche secche. Se ben tollerata, anche la combinazione latte vaccino e cereale può aiutare ad addormentarsi. Pensiamo infatti alle cene dei nostri nonni a base di pane o polenta e latte!

Ma come mai l’alimentazione può influenzare la qualità e la quantità del sonno?
Per diversi motivi:
le proteine animali, soprattutto quelle molto concentrate di carne, pesce e uova stimolano il metabolismo delle ghiandole surrenali e della tiroide, dando uno sprint più adatto alla mattina od al pomeriggio che alle ore serali;
• al contrario le proteine vegetali, e in particolare quelle contenute nei cereali, insieme alle vitamine del gruppo B, di cui sono ricchi soprattutto i cereali integrali, promuovono la formazione della serotonina; tale sostanza, prodotta dal nostro cervello, è indispensabile per potersi rilassare;
• inoltre le proteine animali, sempre molto ricche di grassi, se mangiate da sole con verdure, ma soprattutto se mescolate ai cereali, hanno bisogno di una digestione lunga che mette al lavoro il fegato; tale lavoro “fuori orario” sovente è causa di risvegli soprattutto tra l’una e le tre del mattino;
• ed infine, se il nostro pasto serale è privo di carboidrati, durante la notte la glicemia tenderà a scendere. Questo provocherà uno stress per l’organismo perché cervello, cuore, reni e tutti i nostri organi che di notte restano attivi lavorano bene solo in presenza di glucosio. E allora gli ormoni dello stress potranno garantire la liberazione di zucchero da grassi o proteine… ma a quale costo? Una notte di stress invece che di sano riposo! Con possibili risvegli nelle fasi più leggere del sonno.

Leggi la recensione del libro

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