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Big Soda finanzia le associazioni che si occupano di salute negli Usa

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Un articolo pubblicato sul Washington Post da Kerry Lauerman ha citato uno studio di due ricercatori della Boston University, Daniel Aaron e Michael Siegel, secondo il quale quasi 100 gruppi, istituzioni e associazioni che si occupano di salute negli USA hanno ricevuto finanziamenti dalle ditte che assieme sono identificate come Big Soda: la Coca Cola e la Pepsi Cola.
Riportiamo questa interessante riflessione del dottor Adriano Cattaneo, ringraziando per la diffusione l’associazione No Grazie Pago Io.
«I gruppi implicati vanno dall’American Heart Association all’American Diabetes Association al CDC di Atlanta. Questi finanziamenti, erogati tra il 2011 e il 2015, correvano in parallelo con la presentazione in parlamento di 29 proposte di leggi o regolamenti, tutte miranti a diminuire il consumo di bevande zuccherate che, come è ben noto, sono tra le cause dell’epidemia di sovrappeso e obesità in adulti e bambini. I finanziamenti avevano l’evidente scopo, assieme ad altre azioni di lobby, di bloccare queste proposte, o per lo meno di attenuarne l’effetto.
Big Soda ovviamente nega di averlo fatto a questo scopo; si tratterebbe invece di finanziamenti che aiutano le associazioni e le istituzioni coinvolte a migliorare le loro attività di salute pubblica. Anche molti di coloro che hanno ricevuto i finanziamenti sono su questa linea, oppure ribattono affermando che una riduzione del consumo di bevande zuccherate si può ottenere solo collaborando con Big Soda, non emanando leggi e regolamenti.
Tra le associazioni implicate vi era anche Save the Children USA; per anni aveva fatto campagna a favore di una tassa sulle bevande zuccherate, smise di farlo dopo aver ricevuto una donazione di 5 milioni di dollari dalla Coca Cola nel 2010; la ONG ovviamente nega che sia stata la donazione a influenzare la sua decisione di cambiare politica.
Naturalmente, non è solo Big Soda a comportarsi in questo modo; si tratta di strategie di lobby ben conosciute da decenni e impiegate per prime con successo dalle multinazionali conosciute come Big Tobacco, allo scopo di bloccare le leggi anti fumo e per lo meno di ritardarne l’approvazione.
Se a una qualche istituzione o associazione che si occupa di salute si chiede se sarebbe disposta a ricevere soldi da Big Tobacco per le proprie attività, la risposta sarebbe quasi sicuramente no. Perché invece si accettano quasi senza battere ciglio finanziamenti da Big Soda, Big Food, Big Formula o Big Pharma?
È vero che cibo, bevande zuccherate, formula infantile e farmaci sono meno pericolosi del tabacco, se usati con moderazione. Ma se l’industria vuole aumentare i propri profitti deve fare in modo che questi prodotti si usino smoderatamente, cioè in maggiori quantità e da parte di persone che non ne avrebbero bisogno. E così alcuni di questi prodotti diventano pericolosi quasi quanto il tabacco».

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