Cibi in frigorifero, le 10 regole per conservarli
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La seconda regola del decalogo ricorda che ogni zona del frigorifero mantiene temperature diverse. Il punto più freddo del frigorifero è la mensola più bassa, subito sopra il cassetto per le verdure (circa 2 °C); mentre la parte meno fredda è rappresentata dallo sportello. I frigoriferi di nuova generazione hanno differenti sistemi di refrigerazione. È sempre meglio consultare, quindi, il libretto delle istruzioni.
La terza regola è quella di «non conservare gli alimenti oltre la loro data di scadenza» che è quella entro la quale un alimento può essere venduto e deve essere consumato. La data deve riportare il giorno, il mese ed eventualmente l’anno. Entro tale data il produttore garantisce la salubrità e le caratteristiche organolettiche del prodotto. Sulla confezione devono essere inoltre riportate le condizioni di conservazione ed eventualmente la temperatura in funzione della quale è stato determinato il periodo di validità.
«Ogni alimento ha la sua temperatura di conservazione». È la quarta regola del Decalogo per la conservazione dei cibi in frigorifero. Carne e pesce devono sostare nella parte più fredda. Il pesce, eviscerato e lavato, deve essere consumato entro 24 ore. La carne deve essere consumata entro 24 ore se macinata, entro 48 ore se di pollo o tacchino, entro 3 giorni nel caso di affettati non confezionati e carne fresca in genere. La parte centrale (di solito 4-5 °C) è adatta a uova, latticini, dolci a base di creme e panna e agli alimenti da conservare in frigorifero dopo l’apertura.
Nella zona a temperatura maggiore si conservano le verdure e la frutta che possono essere danneggiate da temperature troppo basse: vanno consumate rapidamente per evitarne il deterioramento. Le mensole all’interno dello sportello sono i punti più caldi del frigorifero e sono destinati ai prodotti che necessitano solo di una leggera refrigerazione come le bibite o il burro.
Quinta regola del decalogo: «Il frigorifero non è indicato per qualsiasi alimento». Alcuni non hanno bisogno di essere refrigerati, anzi, potrebbero esserne danneggiati, ad esempio la frutta esotica, gli agrumi (il freddo può farli diventare amari), i pomodori, i fagiolini, i cetrioli e le zucchine. Il pane diventa raffermo più velocemente con le basse temperature e la frutta e la verdura che devono ancora maturare devono essere conservate a temperatura ambiente.
La sesta regola del decalogo ricorda di «non riporre mai in frigorifero alimenti caldi e lasciarli prima raffreddare» per evitare condense e bruschi innalzamenti di temperatura.
Bisogna poi far attenzione – spiega la settima regola – alle contaminazioni crociate, separando gli alimenti crudi da quelli cotti o pronti per essere consumati: questo permetterà di evitare che microrganismi, eventualmente presenti nei primi, vengano trasferiti ad alimenti che non subiranno più trattamenti termici prima del consumo.
L’ottava regola del decalogo raccomanda di «utilizzare contenitori puliti e chiusi per gli alimenti che vanno conservati nelle loro confezioni originali che riportano scadenza e indicazioni per la conservazione. Anche i cibi preparati in casa devono essere conservati con cura. Prima di chiudere i contenitori è meglio attendere il raffreddamento del contenuto per evitare che il vapore si condensi sul coperchio ricadendo sul cibo.
È importante, poi, spiega la nona regola, pulire regolarmente l’interno del frigorifero« utilizzando prodotti specifici o semplicemente acqua e bicarbonato e/o aceto. In questo modo ci si assicura il suo perfetto funzionamento e il mantenimento della temperatura di refrigerazione.
Infine, ultima regola: Non cedere alla tentazione di fare scorte troppo abbondanti. È meglio evitare di sovraccaricare il frigorifero. L’aria fredda al suo interno deve circolare liberamente intorno ai cibi per non ostacolare la corretta distribuzione della temperatura. Una buona pratica è quella che dà la precedenza al consumo dei cibi acquistati per primi.