La Commissione europea non imporrà, almeno per il momento, l’etichettatura delle carni provenienti da discendenti di animali clonati.
La Commissione europea non imporrà, almeno per il momento, l’etichettatura delle carni provenienti da discendenti di animali clonati. Preferisce prima attendere i risultati di uno studio di fattibilità che dovrà essere effettuato. Ma perché questa resistenza a etichettare ciò che è per quel che è? E’ evidente che le lobby che premono per mettere in commercio carne di animali clonati non vogliono che la gente sappia cosa sta consumando. La Commissione ha inoltre proposto a Parlamento e Consiglio della UE di mantenere la possibilità di clonare animali per la ricerca e la produzione farmaceutica, mentre ha avanzato la proposta di impedire l’importazione in Europa di carne da animali clonati destinati all’alimentazione.
Intanto pesa come una spada di Damocle sulla testa di tutti i consumatori europei la posizione espressa dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare che a più riprese ha continuato a sostenere che sul piano della sicurezza alimentare non ci sarebbe differenza tra la carne e il latte di cloni animali e della loro prole e quelli di animali da metodi di riproduzione convenzionali. Nella UE parte del latte fresco viene importato da Paesi come Usa e Canada dove la clonazione é permessa.
Resta il fatto, sostiene l’Ufficio europeo a difesa dei consumatori (Beuc) che “l’83% dei consumatori dice no alla carne e al latte provenienti da animali clonati”. Intanto si continua ad importare carne da Brasile, Argentina, Uruguay (circa il 5% della produzione Ue, oltre 300mila tonnellate), priva di tracciabilità.
Buon appetito!