Curare le emorroidi… con l’alimentazione
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di Catia Trevisani
Terra Nuova Edizioni
pp. 296 – € 15.00
(prezzo per gli abbonati € 13.50)
Testo tratto da pagina 103 e seguenti del libro.
Emorroidi
Non è certo un argomento di cui si parla, ma le emorroidi nei paesi industrializzati sono purtroppo una patologia sempre più diffusa. A soffrirne è un terzo della popolazione e circa il 50% degli ultracinquantenni. Tecnicamente esse sono causate dalla dilatazione delle vene del plesso emorroidario e in base alla localizzazione e alla gravità, si possono classificare
in esterne (localizzate sotto la cute, sotto la linea ano-rettale, il punto in cui la mucosa diventa cute), interne (si sviluppano al di sopra della linea ano-rettale, sotto la mucosa; talvolta questo tipo di emorroidi s’ingrandisce e prolassa fuori dello sfintere anale) e interne-esterne (combinazione di entrambe).
Le cause di questo particolare disturbo sono le stesse delle vene varicose: debolezza venosa di origine genetica e fattori che aumentano la pressione intraddominale (gravidanza, tosse, sollevamento di grossi pesi, lunghi periodi di permanenza in piedi, defecazione difficoltosa, ipertensione portale da cirrosi epatica). L’aumento della pressione intraddominale provoca congestione venosa perianale e quindi dilatazione e gonfiore dei plessi emorroidari.
Attenzione alla stitichezza
Un sanguinamento rettale rosso vivo, non misto alle feci, solitamente rappresenta il sintomo iniziale delle emorroidi. Il prolasso si verifica dapprima solamente con la defecazione e si riduce poi spontaneamente. Un persistente prurito anale non è sintomo di emorroidi. Il dolore si verifica solamente quando si ha un attacco acuto di un prolasso con infiammazione e edema, o quando è presente una concomitante lesione dolorosa, come una ragade. Le emorroidi prolassate possono trombizzarsi con rottura spontanea della vena e fuoriuscita del trombo, in questo caso il dolore è intenso e la perdita di sangue più abbondante.
Numerose osservazioni testimoniano il legame diretto tra dieta ed emorroidi. Raramente, infatti, questa patologia si riscontra in paesi in cui la dieta è ricca di fibre e povera di alimenti raffinati. Una componente importante delle emorroidi è la stitichezza, a causa del maggior sforzo richiesto dalla defecazione che aumenta la pressione intraddominale e ostacola il ritorno venoso. Inoltre, la maggiore pressione aumentando la congestione pelvica può indebolire la parete venosa, facilitando la formazione di emorroidi.
Meglio le fibre
In definitiva, un’alimentazione ricca di fibre è il modo più efficace per prevenire le emorroidi. Cereali integrali, verdura, legumi e frutta promuovono la peristalsi intestinale, molti componenti delle fibre richiamano acqua e le feci diventano soffici e corpose, facili al passaggio.
Inoltre verdura e frutta contengono molti nutrienti che aumentano l’integrità della parete venosa, in particolare sono importanti i bioflavonoidi, le vitamine A, C, E, il complesso B e lo zinco. Mirtilli, ciliegie e more sono particolarmente ricchi di bioflavonoidi; albicocche, meloni, zucche, carote e di nuovo mirtilli contengono vitamina A; agrumi, fragole, ribes, broccoli, cavolini di Bruxelles, cime di rapa, prezzemolo, crescione e spinaci contengono vitamina C; cereali integrali e il lievito di birra in scaglie le vitamine del complesso B; mentre lo zinco è presente in semi oleosi, avena, grano, grano saraceno, mandorle, nocciole, piselli, rape, prezzemolo, aglio, carote.
In caso di emorroidi, oltre all’intestino occorre riequilibrare sempre anche fegato e milza, due organi che contribuiscono alla salute delle vene e quindi anche dei plessi emorroidari. Se l’energia della milza è debole, essa non riesce a nutrire sufficientemente il tessuto connettivo e di conseguenza, le pareti dei vasi si sfiancano più facilmente.
Pertanto è importante evitare, oltre ai cibi raffinati, lo zucchero (la milza infatti soffre per l’eccesso di zucchero, mentre è nutrita e riequilibrata dal consumo di cereali), gli alimenti grassi e quelli che scaldano eccessivamente, come latte, formaggi, insaccati, carni rosse, cioccolato e caffè. È bene ridurre il consumo di carne, eventualmente sostituendo le rosse con le carni bianche o meglio ancora dando la preferenza a pesce e legumi come fonte proteica. Sempre per evitare di appesantire il fegato è bene preferire le verdure verdi e ridurre il consumo di Solanacee, in particolare pomodori, peperoni e melanzane.
Miso, alghe e mochi
Alcuni alimenti, proposti dalla macrobiotica, possono svolgere un ruolo molto efficace nella cura e nella prevenzione delle emorroidi. In particolare, un cibo particolarmente curativo per le vene è il miso, ottenuto dalla fermentazione di soia e orzo, riso o grano. Il miso, dal sapore molto salato, è utilizzato come condimento soprattutto per le zuppe.
Oltre a depurare il fegato e migliorare la circolazione venosa, ristabilisce la flora batterica intestinale, ed è indicato per stitichezze e flatulenze. Grazie alle proprietà di alimento alcalinizzante, è indicato nelle patologie da accumulo di acidi, tra cui le artriti; infine tonifica l’energia renale e quindi migliora il tono generale. Anche le alghe sono un ottimo alimento nella cura delle emorroidi. Aggiunte all’acqua di cottura di legumi e cereali, eliminano il calore interno che peggiora le emorroidi e migliorano la peristalsi intestinale, grazie alle mucillagini che richiamano acqua e accarezzano la mucosa intestinale. In particolare l’alga kombu è ottima per l’intestino; mentre la wakame è più indicata per il fegato.
La prima si aggiunge alla cottura dei legumi, la seconda nelle minestre. Un altro alimento molto adatto per fortificare la milza (e oltrettutto buon ricostituente) è il mochi. Si tratta di piccoli panetti di riso dolce che si possono scaldare a fiamma bassa. Si gonfiano e possono essere consumati come un dolcetto se si spalmano di miele, marmellata o crema di nocciole.
Impacchi di ricotta e bagni freddi
Altri rimedi efficaci contro le emorroidi sono gli impacchi locali di ricotta e i semicupi freddi; in caso di prolasso delle emorroidi è meglio utilizzare prima acqua tiepida per ammorbidirle e poterle riposizionare all’interno del retto con una leggera pressione, infine acqua fredda per tonificare, disinfiammare e provocare vasocostrizione. In ogni caso è bene evitare la vita sedentaria e lo stare in piedi fermi troppo a lungo. È invece utilissimo camminare, fare delle belle passeggiate e respirare profondamente, poiché il movimento del diaframma facilita la risalita del sangue venoso. Come sempre uno stile di vita sano è la migliore prevenzione ed il massimo complemento di ogni cura.
Alimenti Sì:
Aglio
Agrumi
Albicocche
Alghe
Avena
Broccoli
Carote
Cavolini di Bruxelles
Cereali integrali
Ciliegie
Cime di rapa
Crescione
Fragole
Grano
Grano saraceno
Legumi
Lievito di birra
Mandorle
Meloni
Mirtilli
Miso
Mochi
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Nocciole
Pesce
Piselli
Prezzemolo
Rape
Ribes
Semi oleosi
Spinaci
Zucche
Alimenti No:
Caffè
Carni rosse
Cibi raffinati
Cioccolato
Formaggi
Insaccati
Latte
Peperoncino (eccessivo)
Solanacee, in particolare pomodori, peperoni, melanzane (eccessive)
Zucchero