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Dieta vegan e bambini. SSNV: «Attacchi strumentali di chi vuole mettersi in mostra»

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Giornali e tv hanno dato ampio spazio alla notizia che uno studio ha concluso che la dieta vegana mette a rischio i bambini. Si tratta dei dati raccolti dalla Società italiana per lo studio delle malattie metaboliche. Replica la Società scientifica di nutrizione vegetariana: «Attacchi strumentali di chi vuole mettersi in mostra».
«Cresce il numero di persone che adotta una alimentazione a base vegetale, ma ancora più numerosi fioriscono notizie e dati che dimostrerebbero l’inadeguatezza delle diete vegetali (nelle sue varie declinazioni), soprattutto nelle donne in gravidanza e nei bambini. Pare sia proprio questo il nuovo trend dei soliti, noti detrattori che donano, su piatti di argento, l’occasione alla stampa di lanciare articoli dai titoli sensazionalistici e terroristici. Si sa, il tema attira molto il pubblico e chi vuole mettersi in mostra con poco sforzo»: sono le parole della Società scientifica di nutrizione vegetariana in replica ai titoli su giornali e tv di questi giorni.

Questa volta si tratta dei dati raccolti dallo screening neonatale esteso per la diagnosi precoce delle malattie rare nei neonati, del periodo tra 2015 e 2016, diffusi in questi giorni dalla Società Simmesn (Società italiana per lo studio delle malattie metaboliche ereditarie e lo screening neonatale).
«Di questo studio – afferma la dottoressa Luciana Baroni, Presidente di Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana – sono stati divulgati risultati preliminari che sembrano almeno in parte non corretti: non è infatti stato rilevata la dieta di tutte le madri dei bambini, quindi ci sono casi di neonati per i quali non è nota la dieta della madre, che siano carenti o meno. Ci sono anche casi di bambini figli di madri vegetariane che non sono in carenza, in quanto la madre seguiva una dieta completa, e casi di figli di madri onnivore che invece sono in carenza. Come al solito la notizia serve solo per attaccare la dieta vegetariana, non per fare corretta informazione: la vera notizia, quella importante in termini di salute pubblica, è che anche le madri onnivore possono non avere nel sangue livelli di B12 adeguati per il loro piccolo, che nascerà carente».
«Il fenomeno era infatti già stato segnalato in una metanalisi del 2016 (Nithya Sukumar et al, Prevalence of vitamin B-12 insufficiency during pregnancy and its effect on offspring birth weight: a systematic review and meta-analysis, Am J Clin Nutr 2016;103:1232–51), che dall’analisi di un’ottantina di studi conclude che la carenza di vitamina B12 durante la gravidanza è comune anche nelle donne non vegetariane, e che le concentrazioni ematiche di vitamina B12 si riducono dal primo al terzo trimestre di gravidanza, in tutte le donne incinta, aldilà della dieta seguita» continua la SSNV.
«Anche al di fuori del periodo gestazionale, l’evenienza di incorrere in un deficit di vit. B12 è molto alta per gli onnivori. Un articolo pubblicato dal dipartimento per l’agricoltura del governo USA, che risale al 2000, riporta che circa il 40% degli onnivori ha livelli bassi di vitamina B12, sulla base di uno studio svolto su ben 3.000 persone, dai 26 agli 83 anni (il Framingham Offspring Study). Nel frattempo, però, nuovi studi hanno individuato livelli ottimali per la vitamina B12 molto più alti, il che significa che gli onnivori con B12 troppo bassa sono probabilmente ben oltre il 50% – prosegue la SSNV –Tra le cause di carenza è sempre più importante il ruolo dei difetti di assorbimento e l’uso di farmaci che interferiscono con l’assorbimento della vitamina. Se tutti i vegetariani sono informati della necessità di integrare la B12, non altrettanto si può dire degli onnivori, che anzi vengono dolosamente convinti che grazie alla presenza di cibi animali nella propria dieta sarebbero immuni dalla carenza. Si arriverà al paradosso che tra qualche anno la carenza di B12 sarà meno diffusa nei vegetariani (informati e che integrano correttamente) che negli onnivori (convinti di non avere il problema). Ben venga quindi una maggiore informazione sull’argomento e l’inserimento tra i test di routine per la donna in gravidanza la valutazione dello stato della B12, a prescindere dalla dieta seguita». 

Le Linee Guida della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana – SSNV, per la dieta vegetariana in gravidanza e allattamento, il VegPlate (Baroni L, Goggi S, Battino M. VegPlate: a Mediterranean-based Food Guide for Italian adult, pregnant and lactating vegetarians. Journal of Academy of Nutrition and Dietetics 2017, in press) sono disponibili anche in italiano per fornire informazioni qualificate sull’argomento ( www.piattoveg.info). Da anni SSNV raccomanda a tutti i vegetariani (sia latto-ovo che vegani) di integrare la vitamina B12 nel corso di tutta la vita e questa è una raccomandazione da seguire tanto più in gravidanza. 
«Qualsiasi dieta può essere condotta bene o male – afferma il dr. Mario Berveglieri, pediatra specialista in Scienza dell’alimentazione e membro del comitato scientifico della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana -. In particolare, la latto-ovo-vegetariana e la vegana sono diete complete, questo significa che sono in grado di fornire tutti i nutrienti necessari all’organismo, in quanto comprendono per definizione il consumo di cibi di tutti i gruppi alimentari presenti in una dieta vegetariana, quali verdura e frutta, cereali integrali, legumi, semi oleaginosi e frutta secca, olio, e le necessarie integrazioni (vitamina B12 e D, che non dipende dall’alimentazione, ma dall’esposizione alla luce solare, e in alcuni casi DHA). Esistono ancora però persone non sufficientemente informate o supportate dal medico curante, o che purtroppo si fanno consigliare da figure prive di competenza specifica, che si limitano a eliminare gli alimenti di origine animale dalla dieta, senza adottare l’inclusione di un’ampia varietà di cibi vegetali e dei nutrienti critici. Ma, nell’interesse di tutta la popolazione, gli allarmismi vanno evitati, non deve passare il concetto che i vegetariani rischiano la carenza e gli onnivori no, questo rappresenta un grave rischio soprattutto per la salute degli onnivori».
Fonti:
La Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana – SSNV è un’associazione non-profit fondata nel 2000 e costituita da professionisti, studiosi e ricercatori in diversi settori (Nutrizione, Medicina e settori connessi, Ecologia della nutrizione ed impatto ambientale, Giurisprudenza) specializzati nei diversi campi di applicazione delle scienze nell’ambito dell’alimentazione umana a base vegetale e impegnati nella sua diffusione.

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