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Drunkoressia: allarme tra i giovanissimi

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Si abbassa sempre più l’età in cui si comincia a bere alcolici e tra i giovanissimi sta prendendo piede un’abitudine pericolosissima: la drunkoressia, niente cibo ma solo alcolici. E sul numero di maggio di TerraNuova troverete un dossier completo sui pericoli delle diete.
Se storicamente l’abuso di alcol ha sempre interessato più i giovani adulti; oggi, invece, i ragazzi mostrano tendenze diverse. E questo per ragioni diverse. Da una parte, il consumo di alcol ha registrato una progressiva anticipazione a fasce di età inferiori: infatti, i primi assaggi- in particolare di birra, più che di vino e superalcolici -avvengono durante gli anni della scuola media.Dall’altra, c’è una maggiore consapevolezza negli adolescenti degli effetti dell’alcol che, quindi, vengono appositamente ricercati in particolari circostanze, come può essere il ritrovo in discoteca. Da qui la necessità di un’azione informativo-preventiva con largo anticipo rispetto al raggiungimento della maggiore età o delle prime uscite serali.  “Un esempio concreto ed eloquente delle nuove tendenze tra gli adolescenti- sostiene Giuseppe Di Mauro, pediatra e presidente della Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps)- è rappresentato dalla drunkoressia o ‘anoressia da happy hour’, che consiste nell’abitudine di digiunare per poi consumare bevande a significativo tenore alcolico con una duplice finalità: ridurre l’apporto energetico in modo da compensare le calorie dell’alcol con il ‘guadagno’ ottenuto dal digiuno, e potenziarne gli effetti inebrianti”.  Nata negli Stati Uniti, la drunkoressia si sta diffondendo largamente anche in Italia dove si stimano 300 mila casi di ragazzi tra i 14 e i 17 anni, casi che 8 volte su 10 riguardano il sesso femminile e, in generale, presentano un preoccupante aumento. Gli effetti organici di questa nuova tendenza possono essere davvero dannosi, soprattutto sugli adolescenti: ai tradizionali danni provocati dall’alcol al fegato e alle cellule nervose si sommano, quasi con effetto moltiplicativo più che semplicemente additivo, pericolosi sbalzi di peso, con scomparsa del ciclo mestruale nelle ragazze, osteoporosi, aritmie cardiache e steatosi epatica (cioè infarcimento di grassi nel fegato, primo passo verso la cirrosi). Attualmente oltre all’abuso di alcol, a destare un grande allarme sono anche le bevande energizzanti, i cosiddetti ‘energy drink’, che contengono sostanze stimolanti quali caffeina, taurina, guaranà, ginseng e niacina. Tali bevande sono finalizzate a dare carica, sensazione di forza, instancabilità, resistenza e potenza e quando vengono mescolate a quelle alcoliche contribuiscono a promuovere gli effetti di disinibizione comportamentale. Queste bevande si sono diffuse solo in tempi recenti, ma hanno fatto presa con sorprendente rapidità grazie a politiche commerciali e pubblicitarie aggressive e di notevole impatto visivo. A livello europeo, dal recente rapporto Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare), emergono dati preoccupanti sul loro uso sia negli adulti che nei bambini: in generale, il consumo combinato con l’alcol arriva al 56% negli adulti e al 53% negli adolescenti. In particolare, se tra i primi circa il 30% dichiara di consumarli abitualmente, tra gli adolescenti dai 10 ai 18 anni le percentuali salgono al 68% con un 12% di bevitori ‘cronici’, con un consumo medio di 7 litri al mese e un altro 12% di consumatori ‘acuti’. Tra gli adolescenti spesso questa moda trae spunto dal mondo dello sport, con l’obiettivo perseguito dai ragazzi che, alle prime armi, mirano a raggiungere velocemente migliori risultati se non a diventare veri atleti professionisti, al pari dei loro beniamini. Il dato più allarmante è, poi, quello che riguarda i bambini dai 3 ai 10 anni: il 18% circa consuma energy drink e tra di essi il 16% ne consuma in media 0,95 litri a settimana (almeno 4 litri al mese). In questo caso sono certamente complici quei contesti familiari in cui i genitori o i fratelli maggiori sono i primi consumatori di tali bevande.  “Soft ed energy drink, dunque, sono rappresentativi- afferma Piercarlo Salari, pediatra consultoriale a Milano e membro Sipps -di due fenomeni paralleli e non complementari, che sebbene debbano essere differenziati opportunamente dall’abuso di bevande alcoliche, non devono essere sottovalutati. E’ fondamentale per i genitori saper cogliere nei propri figli alcuni segnali premonitori quali: la difficoltà di concentrazione e memoria, con impatto sulla resa scolastica; – l’aggressività immotivata e le alterazioni del tono dell’umore – i cambiamenti nel ritmo sonno/veglia con eccessiva sonnolenza diurna; – la tendenza all’isolamento; – il desiderio ossessivo di migliorare le performance sportive; – la ‘dipendenza’ da abitudini che tendono a ripetersi in alcuni momenti o circostanze, come per esempio il digiuno volontario in previsione di una festa o di una serata con gli amici”. “In caso di eccessivo consumo di bevande energizzanti si possono identificare due ordini di rischi, prosegue il pediatra, quelli con conseguenze immediate quali: -l’accelerazione del battito cardiaco e la comparsa di episodi di tachicardia e ipertensione;- nausea e/o vomito; – malessere psicofisico;- calo dell’attenzione e della vigilanza (che diviene ancora più pericolosa se il ragazzo è alla guida).   E quelli con conseguenze nel più lungo termine, quali: – dipendenza; – riduzione della memoria e delle capacità cognitive; – erosione dello smalto dentario. Va da sè che i rischi si amplificano se agli energy drink vengono associati alcol e sostanze stupefacenti”.  Se l’atteggiamento proibizionista serve a poco o può essere addirittura controproducente, per limitare i danni provocati dall’abuso di bevande energizzanti, i pediatri della Sipps raccomandano una sempre maggiore informazione non soltanto rivolta ai ragazzi ma anche alle loro famiglie, che hanno il dovere di trasmettere ai propri figli- sin dalla tenera età -il concetto che non si può risolvere un problema o migliorare una condizione ricorrendo a questi ‘falsi aiuti’.
E sul numero di maggio di TerraNuova troverete un dossier completo sui pericoli delle diete.
 

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