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Ecco le dieci città più vegan-friendly d’Italia

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Secondo i dati Eurispes, il numero di italiani che nel 2018 dichiara di aver scelto di eliminare la carne dai pasti è pari al 7,3% della popolazione. E ora arriva anche la classifica delle dieci città più vegan-friendly d’Italia, quelle con il più alto numero per abitante di locali veg.
Bologna è al primo posto, malgrado la solida tradizione gastronomica che vede la carne “regina” della tavola; seguono Piacenza e Firenze sul podio delle prime tre città più vegan-friendly d’Italia secondo la classifica redatta da Holidu.
L’Eurispes ci dice che il 5,4% degli italiani è vegetariano, mentre l’1,9% si dice vegano. E la risposta del mercato al trend alimentare si significativa in molte città d’Italia. Bar, ristoranti e negozi adattano il menù. La classifica di Holidu mostra quali sono le città con il più alto rapporto tra numero di abitanti e numero di bar e ristoranti in città offerenti un menu vegano o vegetariano.

La top 10 delle città più vegan friendly d’Italia

1. Bologna 4,13 ristoranti / 100.000 abitanti
Al primo posto in classifica il capoluogo emiliano, terra del ragù, della mortadella e di tutte le prelibatezze culinarie possibili e immaginabili. Nonostante la sua tradizione decisamente non vegan, Bologna offre ai suoi cittadini e ai turisti la più ampia varietà di scelte vegetariane e vegane d’Italia, con ben 19 ristoranti in totale!
2. Piacenza 4,85 ristoranti / 100.000 abitanti
La medaglia d’argento se l’aggiudica un’altra città emiliana, Piacenza per l’esattezza, con un totale di 5 ristoranti esclusivamente vegan o vegetariani. Nonostante le prelibatezze piacentine, in cui la carne fa da regina, tra cui la trippa, il coniglio o lo stracotto, anche chi segue una dieta vegan troverà “pane e companatico” per i propri denti.
3. Firenze 4,73 ristoranti / 100.000 abitanti
Firenze si guadagna la terza posizione con 18 ristoranti vegan e vegetariani. Qui si celebra uno dei piatti toscani più conosciuti non solo in Italia ma anche internazionalmente: la fiorentina. La carne in generale è un ingrediente che non manca quasi mai sulle tavole toscane, un po’ come il vino, eppure c’è possibilità anche qui di degustare pietanze vegetariane e vegane
4. Vicenza 4,48 ristoranti / 100.000 abitanti
La città di Palladio si aggiudica il quarto posto in classifica, con un totale di 5 ristoranti. Vicenza è famosa in tutta Italia per alcune prelibatezze, come la sopressa vicentina o l’oca in onto, ma non si tira indietro neanche quando si tratta di piatti vegan. Chi si trova a visitare questa bellissima città veneta non resterà di stucco solo per l’architettura, ma anche per la varietà di piatti!
5. Bergamo 4,13 ristoranti / 100.000 abitanti
Al quinto posto si trova Bergamo, in Lombardia, che offre un totale di 5 ristoranti esclusivamente vegetariani o vegan. Qui la cultura del cibo è un connubio tra tradizione e modernità: chi vorrà abbandonare i casoncelli alla bergamasca o la polenta, accompagnata con carne o formaggio, potrà infatti scoprire piatti decisamente deliziosi, senza abbandonare la propria dieta green.
6. Monza 4,05 ristoranti / 100.000 abitanti
Per il sesto posto ci troviamo ancora in Lombardia, a Monza per l’esattezza, dove in totale i ristoranti vegan e vegetariani sono ben 5. Nonostante la prelibatezza dei piatti a base di carne della cucina monzese, tra cui il risotto con la luganega, chi vuole abbandonare i prodotti di origine animale nella propria dieta, non avrà alcun problema
7. Torino 3,51 ristoranti / 100.000 abitanti
Torino non è solamente una delle città con la più vasta offerta dedicata a turisti e cittadini vegani, è anche, a livello mondiale, una delle città più attive nella promozione della dieta vegetariana e vegana. Forse è proprio per questo che occupa la settima posizione nella Top 10 delle città più vegan friendly d’Italia, con un totale di 31 ristoranti.
8. Siracusa 3,29 ristoranti / 100.000 abitanti
All’ottavo posto ecco l’unica rappresentante della cucina isolana: Siracusa, che con un totale di 4 ristoranti porta alto l’onore della regione Sicilia in campo di dieta vegana. Qui le prelibatezze culinarie variano dal pesce fritto alla salsiccia al finocchio, anche se la scelta non manca per chi ha deciso di dire no agli alimenti a base di prodotti animali.
9. Modena 3,24 / 100.000 abitanti
Al penultimo posto torniamo in Emilia-Romagna, con Modena, che conta 6 ristoranti vegani o vegetariani in città. Qui dove la cucina emiliana trova espressione in pietanze tradizionalissime come i tortellini in brodo e lo gnocco fritto, anche i turisti vegan friendly potranno dare sfogo al loro amore per il cibo, in tanti ristoranti prelibati.
10. Ancona 2,97 / 100.000 abitanti
Chiude la Top 10 Ancona, con un totale di 3 ristoranti in totale. Città portuale e capoluogo delle Marche, qui la cucina a base di pesce è un must…oppure no? Sembrerebbe proprio che le cose siano cambiate e che mangiare vegan sia di moda anche ad Ancona! Rinunciare a fritti misti e baccalà non sarai mai stato più semplice.
I dati presentati in questa indagine sono stati raccolti in ottobre 2019 grazie a Happycow, sito specializzato in alimentazione vegetariana e vegana. Per la classificazione delle città è stato calcolato il rapporto tra il numero di abitanti di ogni città ed il numero di ristoranti esclusivamente vegani o vegetariani.

Una guida vegan completa? Eccola qui

Una buona guida è uno strumento assai utile per individuare punti di riferimento. Viaggia vegan (Terra Nuova Edizioni)è senza dubbio studiata per costruirsi la vacanza su misura scegliendo utto ciò che è cruelty-free.

Censisce le strutture ricettive presenti in Italia, segnalando la percentuale di “veganità”, di biologico, di chilometro zero e di ecosostenibilità, così come la possibilità di avere pasti crudisti o senza glutine.
Vi si trovano le strutture che offrono vegan in Italia, anche accanto a piatti vegetariani. «In alcune aree non ci sono strutture 100% veg nel raggio di centinaia di chilometri e in questi casi ne segnaliamo alcune vegan friendly» aggiunge Vittorio.
Abbiamo poi verificato se si utilizza olio di palma, se c’è disponibilità di un orto biologico, se vengono ben accolti gli animali, se si fa raccolta differenziata dei rifiuti e se si utilizzano energia da fonti rinnovabili e stoviglie compostabili o ecodetergenti».

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