Il 16 ottobre si celebra la Giornata mondiale dell’alimentazione e Terra Nuova saluta con grande soddisfazione il successo dell’evento “Nuovi OGM alle porte. Partecipa alla mobilitazione per fermarli” che si è tenuta a Firenze.
È stata approfondita la situazione in cui ci si trova con la deregolamentazione in arrivo per le nuove tecniche di editing genetico ed è stata ribadita l’assoluta necessità di un’agricoltura a tutela dell’ambiente e della salute e di un cibo veramente sano per tutti.
Vandana Shiva, presidente di Navdanya International, è stata una dei protagonisti dell’evento che si è tenuto a Firenze domenica 15 ottobre e che ha visto la partecipazione di relatori in rappresentanza della Coalizione Italia Libera da OGM, di Federbio, dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, della Fondazione Seminare il Futuro, della Rete Semi Rurali, dell’Associazione Rurale Italiana, di Slow Food, di Greenpeace e del Centro internazionale Crocevia.
E tutto questo alla vigilia appunto della Giornata Mondiale dell’Alimentazione che in questo scenario acquista un ulteriore importanza.
FederBio, in occasione di questa Giornata, evidenzia «come l’agricoltura biologica, che non utilizza sostanze chimiche di sintesi, abbia un ruolo strategico nella tutela delle falde acquifere e degli ecosistemi acquatici, fonti idriche indispensabili per la vita sulla Terra e per la produzione di cibo sano. L’autorevole rapporto Lampkin e Padel, che analizza gli impatti positivi che si otterrebbero al raggiungimento entro il 2030 del 25% di terreni agricoli biologici nell’Ue, evidenzia come grazie alla conversione al biologico si determinerebbe un notevole miglioramento della qualità dell’acqua e della biodiversità grazie alla riduzione del 90-95% dell’uso di pesticidi e fertilizzanti azotati».
«Sulla Terra vengono utilizzate 3,5 milioni di tonnellate di pesticidi all’anno. Circa il 5% dei pesticidi irrorati sui campi raggiunge gli organismi nocivi per le colture, mentre il resto si disperde nell’aria, nell’acqua e nel suolo – ribadisce il Wwf – Oltre alla perdita di biodiversità (in primis di insetti impollinatori), l’uso di pesticidi ha determinato una contaminazione planetaria che interessa ormai tutto e tutti, ecosistemi, specie selvatiche e persone. Ogni anno nel mondo tra gli agricoltori e i lavoratori del settore sono circa 385 milioni i casi di avvelenamento. Un numero elevatissimo ma che nella realtà potrebbe essere addirittura superiore, poiché non considera le vittime di malattie derivanti da una esposizione a lungo termine ai pesticidi, ma solo i casi di avvelenamento acuto. Cibo e acqua sono le principali vie di questa esposizione cronica ai pesticidi, con effetti sulla nostra salute anche a dosi infinitesimali. Donne in gravidanza e bambini sono i soggetti più a rischio. La gran parte degli alimenti in Italia ha residui di ogni singolo pesticida entro i limiti di legge: il problema è che ad oggi non si conosce quali siano le conseguenze sul nostro organismo del cocktail di residui di più pesticidi, che possono avere anche effetti di tipo sinergico o additivo».
«L’Italia, con 50mila tonnellate all’anno, è al terzo posto in UE per vendita di pesticidi – prosegue il Wwf – Le strategie europee “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030” indicano obiettivi di riduzione del 50% dell’uso totale di pesticidi e il 50% di quelli più pericolosi. Per l’attuazione di queste strategie è in discussione nel Parlamento UE un Regolamento che rende vincolanti questi due obiettivi. Il WWF Italia chiede: l’approvazione del Piano Nazionale Pesticidi, scaduto da febbraio 2019, con il recepimento degli obiettivi europei sopracitati; l’introduzione di norme per la tutela della salute dei cittadini, come il divieto di effettuare trattamenti a una distanza inferiore ai 30 metri dalle abitazioni; il divieto di uso di pesticidi in aree naturali protette, siti natura 2000 e aree con presenza di insetti impollinatori a rischio di estinzione; l’eliminazione degli attuali sussidi dannosi per l’ambiente, come l’IVA agevolata per pesticidi; l’introduzione di bonus fiscali per donne in gravidanza e bambini per l’acquisto di alimenti cibi biologici».
Slow Food, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, ha lanciato la campagna per le scuole In Cibo Civitas – Le scuole in azione per il clima, che punta ad attivare giovani studentesse e studenti tra gli 11 e i 19 anni affinché siano veicolo di transizione verso sistemi agroalimentari sostenibili all’interno delle loro comunità. Un percorso formativo che si inserisce all’interno del progetto “In Cibo Civitas: Empowerment, Azioni, Territorio per una cittadinanza che nutre il futuro”, che incentiva comportamenti più consapevoli e una partecipazione attiva dei cittadini per favorire un sistema alimentare sostenibile.
Il percorso è aperto a tutte le scuole secondarie di 1° o 2° grado d’Italia e ruota intorno a 13 azioni “amiche del clima” a partire dalle quali le classi possono riflettere, discutere, e lavorare costruendo percorsi didattici teorico-pratici. Iscrivendosi alla campagna, infatti, i docenti hanno accesso a una piattaforma riservata da cui possono scaricare 13 articoli di approfondimento su ciascuna buona azione, delle vere e proprie schede didattiche comprensive di suggerimenti sulle attività da svolgere in aula o nel quotidiano per essere costruttori di cambiamento.
A completare il materiale sono cinque podcast originali prodotti da Slow Food che spiegano sette buone azioni insieme a esperti del tema e una formazione su come realizzare video. Infatti, la campagna è arricchita dalla possibilità di partecipare a una challenge finale. Tutte le classi d’Italia che hanno aderito si metteranno alla prova realizzando un video-racconto su una o più azioni a scelta, e solo le sei migliori saranno premiate.
Importantissimi anche i semi
«I semi sono alla base della nostra alimentazione e rappresentano un patrimonio imprescindibile. Eppure questo tesoro di biodiversità si sta drasticamente impoverendo: nell’ultimo secolo il 75% di specie coltivate è scomparso, causando una forte riduzione della varietà di prodotti agricoli raccolti. A ricordarlo è anche la FAO (Food and Agricolture Organization), che punta il dito contro lo sfruttamento eccessivo dei terreni e l’uso massiccio di prodotti chimici in agricoltura convenzionale. Un danno per la natura, ma anche per la salute dell’uomo» spiegano da NaturaSì.
«Non va trascurato il supporto alle filiere produttive del seme bio» commenta Federica Bigongiali, direttrice di Seminare il Futuro, fondazione che da anni fa ricerca e sviluppa semi adatti ad un’agricoltura biologica. «Dobbiamo creare filiere del seme interamente biologiche, in modo da evitare il più possibile le contaminazioni con i semi convenzionali, soprattutto oggi che, anche in Italia, è possibile sperimentare le piante definite New Genomic Techniques (NGT). Servono regole chiare e condivise sulle distanze da seguire, registri dei siti di prova, monitoraggi sul campo per garantire la tracciabilità, ridurre il rischio contaminazione e tutelare così i nostri agricoltori».
______
ABBONATI ANCHE TU ALLA RIVISTA TERRA NUOVA
IL PRIMO MENSILE ITALIANO DEL VIVERE BIO!
E se vuoi fare un regalo che dura tutto l’anno e fa bene al pianeta, scegli di donare ai tuoi amici o ai tuoi familiari l’abbonamento a Terra Nuova!
Per chi si abbona sono disponibili sconti, agevolazioni e vantaggi presso aziende, operatori, strutture che si occupano di servizi, corsi, salute, casa, benessere e tanto altro.
E con l’abbonamento a Terra Nuova hai anche:
Dal 1977 Terra Nuova rappresenta un punto d’incontro tra chi cerca uno stile di vita più sano e in armonia col Pianeta e le tante realtà italiane in linea con i principi di ecologia e sostenibilità.