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Gli Italiani mangiano meno pasta

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La pasta fa forse male? Spaghetti, fusilli e farfalle sono sempre meno presenti sulla tavola degli Italiani, complici le diete dimagranti. In dieci anni i consumi di pasta degli Italiani sono calati del 23%
La pasta, alimento cardine, dell’alimentazione italiana, ha sempre meno successo. Anche la Barilla sta cercando altre strade, con spericolati accordi con MacDonald’s per far fronte al progressivo calo nei consumi da parte delle famiglie italiane. Veniamo ai numeri: in dieci anni i consumi sarebbero calati di circa il 23%. Dieci anni fa una famiglia italiana consumava in media 40 chili di pasta l’anno; oggi sono scesi a 31 chili l’anno, soprattutto a causa di diete alimentari e cure dimagranti, spesso approssimative e basate su principi discutibili. Da cui segue un aumento costante di carne o pesce congelato che nell’ultima decade fa segnare un +70%, mentre la verdura è cresciuta del 50%. Il Wall Street Journal cita un sondaggio Nilsen che ha per oggetto donne tra i 26 e i 30 anni. Il risultato parla chiaro: la quota di coloro che ritengono che la pasta faccia ingrassare è aumentata del 26% nel giro di pochi anni, tra il 2008 e il 2012. In effetti molti dietologi oggi impongono di consumare meno carboidrati e provvedono a ridurre, se non ad eliminare, il tipico piatto di maccheroni, che ha costruito l’immagine di un’intera nazione nel dopoguerra. In effetti forse ne abbiamo anche abusato. Ma fare a meno della pasta siamo sicuri che sia la scelta giusta?

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