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I bambini del fast food sono meno intelligenti

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Nei primi tre anni di vita si decide molto dello stato di salute di un individuo. Secondo una ricerca inglese i bambini che crescono col fast food sviluppano un quoziente intellettivo inferiore
La nutrizione da bambini ha effetti di lunga durata sul quoziente intellettivo, soprattutto nei primissimi anni di età. La ricerca scientifica ci dà delle informazioni precise che arrivano come una lezione: i bambini che consumano più pasti al fast food cresceranno con un quoziente intellettivo minore rispetto a chi mangia regolarmente cibi sani e freschi. Lo rivela uno studio, ripreso giovedì 5 ottobre dal Daily Mail.
Lo studio ha esaminato se il tipo di pasto principale che i bambini consumano ogni giorno abbia un impatto sulla loro crescita e abilità cognitiva.
Sono stati presi in considerazione 4mila bambini scozzesi di età compresa tra i tre e i cinque anni ed è stato paragonato il cibo acquistato al fast food con quello fresco.
Purtroppo a condizionare la vita e l’intelligenza dei più piccoli sono anche le condizioni economiche, che influenzano gli stili alimentari. Lo studio, effettuato in un’università di Londra, ha riscontrato che i genitori con uno status socio-economico più elevato davano con più frequenza ai loro bambini prodotti preparati con ingredienti freschi, influenzandone positivamente il quoziente intellettivo. Allo status socio-economico inferiore è stato invece collegato un numero maggiore di pasti al fast food, che ha portato a un minor sviluppo del quoziente intellettivo.
Difficile dire se questa corrispondenza tra reddito e abitudini alimentari sia la stessa anche in Italia. Di certo i pasti veloci e omologati stanno demolendo i capisaldi della sana cucina mediterranea. Resta il fatto che secondo una ricerca condotta da Gfk Eurisko  il 68% dei genitori hanno una consapevolezza scarsa delle implicazioni che la nutrizione nei primi anni di vita può avere sulla salute e sullo sviluppo di patologie in età adulta. «L’alimentazione nei primi tre anni di vita, l’impronta metabolica e lo stile di vita alimentare sono fondamentali» ha commentato al Corriere il dottor Giuseppe Mele, presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri. Oltre a problemi legati all’obesità in seguito ad una cattiva alimentazione nei primi anni di età possono sorgere infatti squilibri nutrizionali. Lo sviluppo cognitivo dipenderebbe dall’assunzione di omega 3, omega 6 e ferro.

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