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Il mercurio nel pesce del mare toscano

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L’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale ha pubblicato il report con le analisi rilevando alte concentrazioni di mercurio in sogliole e cozze della Toscana meridionale. Meno contaminati i pesci piccoli…
A seguito dell’allarme lanciato da Greenpeace nel 2010, circa la contaminazione da sostanze pericolose delle sogliole pescate nel mare toscano, ARPAT è stata incaricata dalla Regione Toscana, di verificare, con un monitoraggio mirato, lo stato di contaminazione di questa specie nelle diverse aree del nostro mare.
La presenza di mercurio nei sedimenti delle acque marino costiere della Toscana è nota da tempo. Non c’è dubbio che una parte di questo mercurio abbia origini naturali, data la presenza di giacimenti di minerali contenenti tale elemento, come non c’è dubbio che una parte abbia origini antropiche, sia antiche, a causa di una pregressa attività mineraria, che più recenti, almeno fino agli anni ’80, a causa dell’ attività industriale. I valori di mercurio nei sedimenti (dati ARPAT 2011) oscillano fra <0,2 mg/kg e 1,7 mg/kg, un dato significativo se si considera che lo standard di qualità ambientale per i sedimenti marini è pari a 0,3 mg/kg. I valori più elevati si trovano a nella parte meridionale della Toscana a sud dell’Isola e fra Rosignano M.mo e Livorno. Ma veniamo alla contaminazione nella catena alimentare.
I valori di mercurio nei mitili prelevati da banchi naturali (dati ARPAT 2011) confermano le concentrazioni elevate già rilevate nel 2010, con valori comprese fra 300 e 25000 μg/kg (0,30-25 7 mg/kg) rispetto ad un valore di riferimento previsto dalla normativa ambientale di 20 μg/kg. Da 15 a 1000 volte oltre la soglia ritenuta tollerabile. I valori più elevati si ritrovano, come per i sedimenti, nella parte sud della Toscana. Anche se i mitili presenti in banchi naturali non entrano nella catena commerciali dei prodotti della pesca, vale la pena ricordare che i tenori massimi previsti dalla normativa sugli alimenti (Reg. CE/1881/2006) sono pari a 0,50 mg/kg. Il catturato di sogliole in Toscana, circa 70 tonnellate annue rappresenta il 3,6 % del pescato italiano di tale specie e una percentuale minima della pesca professionale in Toscana, anche se diventa rilevante in alcune situazioni particolari.
Dai risultati dell’indagine effettuata emerge che le sogliole provenienti dalla Toscana centro-meridionale (zone Bibbona e Castiglione della Pescaia) hanno concentrazioni di mercurio superiore al limite di legge per il consumo umano (0,5 mg/kg p.f.) quando sono più grandi di 30 cm ovvero di 250 grammi di peso. Le sogliole di taglia piccola o media presentano concentrazioni massime di mercurio non più elevate della metà del limite di legge. Relativamente alla popolazione di sogliole in mare in Toscana, il 32,4 % è inferiore alla taglia minima (20 cm) e quindi non è commercializzabile, il 5,6 % è superiore a 30 cm. Considerando la frazione commercializzabile, la percentuale di individui potenzialmente con concentrazione di mercurio superiore al limite di legge è dell’8,2 %, che si riduce a circa la metà tenuto conto che le concentrazioni superiori a 0,5 mg/kg sono state rilevate solo nel pescato della Toscana meridionale.
Il cromo, il cadmio, il piombo e gli IPA non sembrano rappresentare alcun problema o perché sono ritrovati in concentrazione inferiore alle soglie di rilevabilità analitica (IPA, cadmio) o inferiore ai tenori massimi previsti per gli alimenti (cromo, piombo).
Le sogliole (Solea solea) sono state prelevate nel periodo luglio-settembre 2011 dallo sbarcato commerciale da ARPAT e CIBM nell’ambito del programma comunitario Raccolta Dati” (data collection), in 4 principali porti pescherecci della Toscana (Viareggio, Livorno, Cecina e Castiglione della Pescaia), individuando la zona di pesca di ciascun campione. 
Complessivamente si sono campionati 56 esemplari di sogliola con taglia compresa tra 21 cm a 33,5 cm, ovvero tra 70 g e 380 g. La valutazione del contenuto degli inquinanti chimici non è stata fatta separatamente su ognuno dei 56 individui, ma su campioni rappresentativi di taglia (3 classi) e zona di pesca (4 zone). In totale 12 campioni. Le analisi sono state effettuate dall’ Istituto Zooprofilattico Sperimentale (IZS) di Roma. I campioni prelevati nel nord della Toscana sono risultati regolari, ben al di sotto dei valori limite. 
Per saperne di più: consulta il report 

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