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“Il pasto nudo”: quando il cibo è etico e sano

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Un circuito di mercati contadini, una piattaforma online per comprare direttamente dai produttori, un messaggio chiaro e semplice: il cibo deve essere etico e sano. A portare avanti tutto questo è l’associazione Il pasto nudo, attiva dal 2008.
Il pasto nudo , associazione non profit per il consumo consapevole, si batte dal 2008 per far conoscere attraverso la rete, con un linguaggio accessibile a tutti, il cibo etico e sano e un modo più giusto di fare agricoltura e allevare gli animali.
«Mangiare sano ha un costo ragionevole se si compra direttamente da chi produce: il nostro motto è “niente cibo dagli sconosciuti” – spiega Sonia Piscicelli dell’associazione Il pasto nudo – L’obiettivo principale che ci prefiggiamo è mettere in contatto diretto soci e lettori con i produttori più virtuosi; per questo cerchiamo e selezioniamo continuamente realtà di questo tipo per convenzionarle e stringere con loro collaborazioni».
«Nel 2014 abbiamo lanciato Ammuìna – prosegue Sonia – una piattaforma online a disposizione dei nostri soci, come una sorta di mercato contadino virtuale, dove si compra direttamente dai produttori, senza ricarichi né passaggi di denaro nelle casse dell’associazione. Nel 2017 abbiamo creato  Terrafondai, un circuito di mercati contadini, pensati, organizzati e promossi dalla nostra associazione. Partecipano ai mercati solo fattorie, botteghe e artigiani associati al pasto nudo, che hanno ottenuto la nostra fiducia. Le certificazioni sono un ottimo biglietto da visita, ma non sono indispensabili per entrare a far parte dell’associazione. In una nuova fase in cui l’industria sta entrando sempre più prepotentemente nel mercato del biologico, per Il pasto nudo i disciplinari sono solo un punto di partenza, in attesa di stabilire un rapporto diretto con i produttori, decidere se li riteniamo virtuosi, e appurare che abbiano le qualità che noi chiediamo».
Qualità che sono elencate di seguito:
Aziende agricole: non devono essere usati prodotti di sintesi (concimi sintetici, pesticidi e quant’altro), l’uso della plastica per pacciamare è sconsigliato e, più in generale, va ridotto al minimo indispensabile, si utilizzano preferibilmente semi antichi, o comunque non ibridi;
Allevamenti: gli animali, preferibilmente di razze autoctone, pascolano o sono allo stato brado o semibrado; eventuale mangime è usato nella minima quantità indispensabile, è prodotto in azienda da piante non OGM, non vengono utilizzati insilati, in particolare unifeed; il formaggio è realizzato con caglio animale o vegetale (i formaggi a caglio microbico non sono ammessi); i salumi non contengono additivi sintetici e viene analizzato caso per caso il loro metodo di conservazione;
Artigiani: sono utilizzate materie prime naturali o al limite di riciclo, la lavorazione non prevede finiture sintetiche (esempio: colle sintetiche, legno smaltato o trattato con vernici acriliche);
Botteghe: vendono esclusivamente prodotti di aziende di propria fiducia che rispettano le direttive di cui sopra.
Durante i mercati, come del resto anche nello shop online o contattandoli direttamente, i produttori fanno un piccolo sconto ai soci del pasto nudo che mostrano la tessera.
«Il mercato contadino Terrafondai attualmente si svolge ogni terza domenica del mese a Roma nord, in zona Monte Mario – prosegue Sonia – Il mercato è ospitato nel giardino della scuola Waldorf  “Il Giardino dei cedri”, ed è prettamente stagionale: ci si trovano unicamente prodotti che parlano della stagione nella quale siamo immersi, quindi niente fragole a novembre e castagne a maggio. Sono previste tavole di discussione sul cibo, merende contadine, artigiani che intrecciano cesti, tessono tessuti, modellano argilla, e scolpiscono legno dal vivo. Il mercato è più ordinato e tranquillo rispetto a quelli ai quali siamo abituati. Di solito non c’è ressa, la gente gira tra i banchi osservando, assaggiando e chiacchierando con chi vende, facendo con calma domande e richieste sui prodotti esposti e sulle aziende in generale, e i produttori sono ben contenti di poter raccontare ciò che fanno e soprattutto come lo fanno. Siamo organizzati in modo da garantire la presenza al mercato della maggior varietà possibile di prodotti e materie prime di base, e al tempo stesso di evitare sovrapposizioni o eccessiva presenza delle stesse categorie di prodotti, in modo da aumentare l’offerta senza scontentare nessuno. L’evento non è finalizzato esclusivamente alla vendita, ma vuole essere un momento di incontro e di confronto tra chi compra e chi vende, e di rieducazione alimentare e sociale. Attraverso il recupero di un rapporto personale con chi realizza quotidianamente quanto ci occorre per vivere, vogliamo prendere le distanze dalla produzione industriale e da una visione consumistica ormai fallimentare».
«La nostra idea è che in un futuro più vicino di quanto si possa pensare solo chi sarà in contatto fisico e reale con la terra avrà la possibilità di accedere al cibo vero, nutriente, fragrante, vivo; insomma a tutto il cibo degno di questo nome – aggiunge ancora Sonia a nome dell’associazione – Che i piccoli produttori italiani con il loro lavoro stanno mettendo in piedi risorse sostenibili e accessibili per tutti noi, sfidando la prepotenza delle multinazionali, delle industrie, dei governi colpevolmente distratti, e ingegnandosi su come rimanere in piedi per fare un lavoro in cui credono e che amano sul serio, e che, di conseguenza, fanno nel miglior modo possibile. Se veramente vogliamo migliorare la nostra vita e quella dei nostri figli, se non vogliamo limitarci a chiacchierare e a postare frasi motivazionali di illustri conosciuti sui social, se insomma vogliamo veramente fare qualcosa di importante, non c’è bisogno di partire per paesi esteri o abbracciare cause internazionali. Basta prendere i propri mezzi, o i trasporti pubblici, o le gambe, muoversi verso il mercato contadino più vicino a noi, e acquistare dalle persone invece che dagli scaffali dei supermercati. Queste aziende, e chi compra da loro, facendo lo sforzo di cambiare le proprie radicate e rassicuranti abitudini, ecco chi fa veramente la differenza».

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