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L’erbicida tossico nel nostro pane quotidiano

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Allarme in Germania: su 20 prodotti a base di grano e cereali 14 sono contaminati con il glifosate, il potente erbicida reso celebre dalla Monsanto. Attenzione ai cereali integrali non biologici. In Italia Pesticidi nel Piatto ci riserva cattive notizie
Il glifosato è l’erbicida più conosciuto e utilizzato al mondo. E ce lo mangiamo ogni giorno , consumando pane, pasta e cereali. La rivista tedesca Oekotest, dopo un attento esame di laboratorio, ha ritrovato tracce evidenti di glifosato in pani, pagnotte, pacchi di farina, confezioni di muesli e fiocchi d’avena. In particolare sono stati analizzati gli alimenti integrali, che anche secondo l’associazione di molitori tedeschi (VDM), se non sono di origine biologica, sono più esposti ad una contaminazione.
Nel test, pubblicato nel mese di settembre scorso, comparivano 20 prodotti a base di cereali, 10 tipi di pane, cinque farine cinque fiocchi di cereali, acquistati nei normali supermercati, discount o catene di panetterie. La sostanza, anche se in percentuale minima, è stata ritrovata in ben 14 prodotti
Si tratta della componente di base del famoso Roundup della Monsanto, che si abbina “perfettamente” o diabolicamente che dir si voglia, all’utilizzo di sementi transgeniche resistenti a questo erbicida. Viene comunemente impiegato in agricoltura, ma anche su scala domestica, in prodotti per la manutenzione di orti e giardini.
In Germania l’Autorità per la sicurezza alimentare e la tutela dei consumatori (BVL) ha rilevato che dalla fine degli anni 90 ad oggi l’impiego di questa sostanza è praticamente raddoppiato, arrivando alla quota di 15 mila tonnellate all’anno. Purtroppo l’erbicida viene spruzzato anche poco prima della raccolta direttamente sulla pianta, per aiutare la maturazione delle spighe di grano. Finisce poi per essere utilizzato anche per legumi, patate e semi oleosi. I residui diventano quindi inevitabili e poco studiati dalle autorità, che non trovano ancora prove convincenti della sua pericolosità.
Il recente studio francese guidato da Gilles Eric Seralini, che ha messo sotto accusa il mais ogm della Monsanto, ha ribadito la pericolosità del glifosato come dannoso per il sistema endocrino e riproduttivo. Successivamente l’Autorità Europea per la Sicurezza alimentare (EFSA) è giunta alla conclusione che lo studio Séralini non ha una qualità scientifica tale da essere considerato utile ai fini di una valutazione del rischio. Il giudizio delle autorità e il parere scientifico, come spesso accade, è dunque vago e contraddittorio.
In Italia intanto fa discutere il nuovo dossier di Legambiente “Pesticidi nel Piatto”, secondo il quale un terzo della frutta e della verdura che finisce sulle tavole degli italiani presenta tracce di pesticidi. Alcuni campioni contengono  6, 7, anche 9 principi chimici presenti contemporaneamente.
Tra le sostanze maggiormente rinvenute dalle analisi pubblicate da Legambiente troviamo il clorpirifos, un insetticida riconosciuto da numerosi studi scientifici come interferente endocrino con spiccata attività neurotossica, il captano, fungicida riconosciuto dall’Epa come possibile cancerogeno e il Fosmet, un insetticida fosforganico dal notevole impatto ambientale e particolare tossicità riscontrata a danno delle api.

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