La fertilità vien mangiando
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Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), nei paesi industrializzati cosiddetti avanzati, il 15-20% delle coppie ha problemi di infertilità. Si calcola che in questi casi la responsabilità sia da attribuirsi per il 35% all’elemento femminile, per il 30% all’elemento maschile e per il 20% a entrambi (il restante 15% rimane di origine sconosciuta).
Ma che cos’è questa infertilità di cui tanto si parla, e come si distingue dalla sterilità? Sempre secondo l’Oms, si ritiene infertile quella coppia che dopo almeno un anno di tentativi non riesce né a concepire né ad avere un figlio; invece si parla di sterilità quando uno o entrambi i partner hanno una condizione fisica permanente che impedisce loro di avere figli.
Alla ricerca delle cause
Le cause dell’infertilità sono varie: tra queste, vengono identificati l’inquinamento, la raffinazione dei cibi e lo stile di vita. Secondo l’esperienza dei centri per la procreazione assistita, un terzo delle donne che si presentano ai loro sportelli ha un’insufficienza ovulatoria, con tutto un ventaglio di disturbi mestruali. Per lo più, vengono proposti rimedi a base di farmaci. Ma per il dottor Piero Mozzi, medico «secondo natura», pensare di sciogliere il nodo delle mancate procreazioni mediante l’assunzione di medicinali significa sbagliare direzione.
«La fertilità è un problema semplice, risolvibile senza farmaci e con costi bassissimi» spiega Mozzi. «Il fine ultimo della vita è la trasmissione, perciò la riproduzione è la cosa più elementare di tutti gli esseri viventi. Piante e animali lo fanno quotidianamente in tutto il mondo».
E gli esseri umani?
«Fino a una ventina di anni fa questo problema non esisteva», continua Mozzi. «Raramente le donne nate tra gli anni ’20 e ’50 restavano senza figli. Il problema è cominciato dopo, acuendosi soprattutto nelle donne nate dagli anni ’70 in poi».
Il medico pone l’infertilità diffusa in diretta relazione con gli squilibri dietetici, e prosegue: «Modificando l’alimentazione si possono ottenere risultati strabilianti; se i centri di assistenza facessero compilare alle donne dei questionari alimentari, a quest’ora avremmo una casistica straordinaria. Purtroppo questo è un campo dove vi sono grandi speculazioni. Invece di correggere la dieta, così come ogni bravo veterinario fa quando si trova di fronte a una mucca che non mantiene i calori, cosa si fa oggi? Di tutto: manipolazione, fecondazione assistita, fecondazione artificiale, con costi elevati, grande sperpero di denaro e risultati quasi nulli perché gli esiti positivi non vanno mai oltre il 15-20%».
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Quali sono le cause dell’infertilità?
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Qual’è il legame con l’alimentazione?
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E quali sono le raccomandazioni dietetiche?
La versione completa dell’articolo “La fertilità vien mangiando” di Giuliana Lomazzi è disponibile sul numero di maggio 2008 di Terra Nuova formato eBook.