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Le lobby dell’industria dentro l’Efsa

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Conflitto di interessi in seno all’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare. La denuncia del Pesticide Action Network, sostenuto da Aiab e Firab, dopo la nomina del nuovo direttore scientifico
Può un direttore scientifico dell’ EFSA proveniente dal mondo dell’industria essere neutrale in campo scientifico? Un dubbio più che legittimo quello espresso dal Pan Europe, supportato in Italia da Aiab e Firab. L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare – EFSA – ha promosso a Direttore Scientifico Juliane Kleiner. La Kleiner ha già ricoperto altri ruoli all’EFSA, ma in precedenza ha lavorato per il gruppo lobbistico industriale ILSI (International Life Sciences Institute – Istituto Internazionale per le Scienze della Vita) per oltre sette anni nel corso dei quali si è contraddistinta per la difesa di una vasta serie di posizioni e interessi dell’industria (come le soglie di tolleranza per gli agenti cancerogeni genotossici o per le sostanze chimiche in ambito tossicologico). Kleiner ha inoltre sostenuto tutte le iniziative volte al cambiamento della politica dell’EFSA a favore del comparto industriale.
È quanto denuncia con maggiore dettaglio il Pesticide Action Network (PAN) Europe che AIAB e FIRAB intendono rilanciare, sulla scia della comune iniziativa e mobilitazione sociale e scientifica, a rivendicare un ruolo dell’EFSA privo di conflitti di interessi e a genuina tutela della salute pubblica.
Come denunciato dal PAN, Kleiner non ha nemmeno un passato da ricercatrice e non vi è traccia di sue pubblicazioni riportanti studi sperimentali su riviste scientifiche peer-review, criterio adottato dalla comunità scientifica per valutare il valore di un ricercatore. “È difficile capire perché sarebbe qualificata per questa posizione, dato che non ha alcuna esperienza in studi di laboratorio”, sottolinea il PAN.
L’EFSA conserva la stessa attitudine positiva verso persone che hanno militato in ambito industriale. Anche il precedente direttore scientifico, Hubert Deluyker, infatti, lavorava per l’industria chimico-farmaceutica Pfizer. Tutto ciò conferma come l’indipendenza e l’integrità scientifica dell’Agenzia sia ancora a un livello inadeguato ed abbia ancora una lunga strada davanti a sé prima di raggiungere una reale posizione di neutralità.

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