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Nè carne, né pesce…

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Conosciamo tutti l’impatto provocato dal consumo di carne bovina per via degli allevamenti intensivi, ma sappiamo ben poco dell’impatto degli allevamenti ittici. L’Earth Policy Institut consiglia una dieta vegetariana
Il cibo scarseggia. L’Earth Policy Institute propone la sua soluzione: mangiare meno carne, latte, uova e pesce, e rallentare la crescita della popolazione.
Al mondo si mangiano troppa carne, che rimane insostenibili dal punto di vista ambientale, per via degli allevamenti intensivi che richiedono foraggio su scala industriale e pascoli.
Conosciamo i rischi legati alla produzione di CO2 negli allevamenti e al ricorso automatico e preventivo (si fa per dire) agli antibiotici.
Chi pensa di pesare meno sull’ambiente perché si nutre solo di pesce, però incorre negli stessi rischi. Questo vale oggi a maggior ragione, visto che come testimonia l’Earth Policy Institute per la prima volta nella storia moderna, la produzione mondiale di pesci d’allevamento (66 milioni di tonnellate nel 2012) ha superato quella di carne di manzo (63 milioni di tonnellate).
Anche il pesce di allevamento in effetti ha un impatto molto grande sull’ambiente, soprattutto il consumo massiccio di salmone e gamberetti, che si nutrono di farina di pesce prodotta a partire dal pesce pescato in maniera estensiva negli oceani. L’allevamento dei gamberetti viene considerato responsabile di oltre la metà della perdita globale delle mangrovie dell’intero pianeta, sradicate per fare spazio agli impianti di acquacoltura.

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