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Supermercati e uso dei contenitori riutilizzabili per alimenti sfusi: l’indagine di Greenpeace

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In Italia, portare i propri contenitori riutilizzabili da casa per acquistare prodotti alimentari sfusi è consentito dalla legge 12/12/2019 n. 1411, il cosiddetto Decreto Clima. Ma non in tutti i supermercati questo viene accettato. Ecco i risultati dell’indagine di Greenpeace.
Supermercati e uso dei contenitori riutilizzabili per alimenti sfusi: l’indagine di Greenpeace
«In Italia, portare i propri contenitori riutilizzabili da casa per acquistare prodotti alimentari sfusi è consentito dalla legge 12/12/2019 n. 1411, il cosiddetto Decreto Clima. Secondo la normativa, “ai clienti è consentito utilizzare contenitori propri purché riutilizzabili, puliti e idonei per uso alimentare”. Eppure, i supermercati italiani non sempre permettono alla clientela la vendita con questa modalità, che ridurrebbe i rifiuti inutili e inquinanti. Lo rivela la nostra video inchiesta realizzata in dieci città italiane (Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Pisa, Roma, Torino e Trieste) all’interno dei supermercati dei marchi Conad, Coop, Selex, Végé, Eurospin, Esselunga e Sogegross»: così l’associazione Greenpeace in una nota.
«Dei 54 punti vendita visitati da volontarie e volontari di Greenpeace, solo in 24 (il 44,4 per cento) è stato concesso loro di utilizzare il contenitore portato da casa per acquistare alimenti come pomodori secchi, ricotta, olive etc. Nei restanti 30 supermercati (il 55,6 per cento) la vendita con tale modalità non è stata consentita dal personale nonostante le leggi vigenti lo permettano – spiega l’associazione – Secondo la normativa, il personale dei supermercati può rifiutare il ricorso a questa tipologia di imballaggi laddove ritenga che non sussistano le condizioni igieniche: una casistica che non è stata rilevata nel corso dell’indagine. Al contrario, la nostra indagine mostra che gli operatori dei supermercati che non hanno permesso ai clienti di usare il proprio contenitore ignorano la legge, e spesso facendo riferimento ad altre problematiche come l’assenza di disposizioni, l’impossibilità di apporre lo scontrino e quindi effettuare il pagamento o la mancanza di autorizzazione a fare entrare nell’area vicina agli alimenti contenitori di provenienza non conosciuta».
«A più di tre anni dalla novità legislativa introdotta dal Decreto Clima, è inaccettabile che questa modalità di vendita sia ancora poco nota al personale addetto alle vendite tanto da essere negata alla clientela in più della metà dei supermercati che abbiamo visitato. È urgente adeguarsi subito – scrive ancora Greenpeace – Una recente indagine che abbiamo condotto con il Fatto Quotidiano sull’uso di plastica usa e getta nei supermercati italiani mostra come oggi gran parte delle aziende non abbia ancora un piano concreto per fare a meno della frazione monouso, aumentare la vendita di prodotti con sistemi di riuso e ricarica e allontanarsi da un modello di business inquinante. Eppure, la vendita di prodotti con contenitori riutilizzabili è già possibile in tante realtà incluse alcune catene di supermercati italiani ed europei. Proprio dalla novità legislativa introdotta dal decreto clima è nata nella provincia di Varese l’iniziativa “Spesa Sballata” a cura della Cooperativa Totem. Le famiglie che hanno partecipato all’iniziativa, svoltasi in piena pandemia da Covid-19, non solo hanno avuto la possibilità di acquistare con i propri contenitori prodotti freschi al banco gastronomia, ma anche frutta e verdura con retine riutilizzabili e prodotti da forno (pane etc) con sacchi in tela».
«Il riuso dei contenitori, secondo i dati evidenziati dal recente lavoro delle Nazioni Unite nell’ambito della “Life Cycle Initiative”, comporta numerosi benefici ambientali dei prodotti riutilizzabili (inclusi gli imballaggi) rispetto al monouso, indipendentemente dal tipo di materiale – prosegue Greenpeace – Anche a seguito di valutazioni come questa numerosi Stati europei e alcune multinazionali hanno già scelto di ricorrere a quantità crescenti di contenitori riutilizzabili per la vendita dei propri prodotti nei prossimi anni. Anche la recente proposta di Regolamento europeo sui rifiuti da imballaggio prevede il crescente ricorso al riuso per alcune categorie di prodotti come bevande calde e fredde, cibo pronto da asporto, bevande alcoliche e analcoliche. È ora di dire addio all’era della plastica monouso!».
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