Un milione di italiani beve acqua inquinata
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In particolare risulta critica la presenza fuori norma di arsenico, boro e fluoruri, che coinvolge circa un milione di italiani. Lo denuncia un dossier di Legambiente e Cittadinanzattiva, secondo cui sono 112 i comuni italiani interessati da deroghe che servono a ”prendere tempo e ripristinare i valori al di sotto dei limiti consentiti”.
Dal 2003 al 2009 13 regioni hanno richiesto le deroghe, ma attualmente a superare i valori massimi consentiti sono soltanto il Lazio con 90 comuni coinvolti, la Toscana con 21 e la Campania con uno. In totale 112 amministrazioni, che dovranno mettersi in regola entro la fine del 2012 come previsto dal decreto legislativo n. 31 del 2001.
”Il problema – spiega Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente – è che in Italia lo strumento della deroga, inizialmente previsto solo come misura transitoria per dare tempo alle autorita’ competenti di realizzare gli interventi necessari, è stato adottato con leggerezza”. Le deroghe dovrebbero essere considerate come uno strumento da adottare in casi eccezionali e particolarmente critici da affrontare, per concedere più tempo alle autorità competenti di realizzare tutti gli interventi necessari per diminuire i valori oltre i limiti di legge e garantire acqua di qualità a tutti i cittadini. Ma nella sostanza il meccanismo si è trasformato in ”un espediente per prendere tempo e alzare i limiti di legge rispetto ad alcune sostanze fuori parametro”.
Probabilmente non bisogna esagerare con gli allarmismi, ma è altrettanto certo che l’assunzione costante di metalli come l’arsenico siano nocivi alla salute umana. Bisogna che ci venga riconosciuto il diritto non solo all’acqua pubblica, ma anche all’acqua sana.