41 associazioni tosco-emiliane: «Sì alle rinnovabili senza speculazioni»
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La Coalizione TESS (Transizione Energetica Senza Speculazione), che riunisce 41 associazioni, comitati e gruppi, ha lanciato un appello ai sindaci della Toscana e dell’Emilia Romagna: «Salvate crinali, montagne e ambiente, sì agli impianti di rinnovabili dove non devastano l’ambiente».
La Coalizione ha inviato una lettera ai 606 Comuni delle due regioni. «Stiamo attraversando un momento cruciale. Da qui ai prossimi mesi le Regioni sono chiamate a dare attuazione al decreto che individua le aree per gli impianti da Fonte di Energia Rinnovabile (FER). Le Regioni dovranno individuare entro il 2 gennaio 2025 sia le aree idonee che quelle non idonee per l’installazione di impianti tra cui rientrano l’eolico e il fotovoltaico» scrivono dalla Coalizione.
«Abbiamo assistito a una proliferazione incontrollata di progetti di impianti FER, sotto la spinta degli incentivi miliardari e delle modifiche al quadro normativo che rendono inefficace ogni vincolo paesaggistico e ambientale – si legge nella nota – L’ingente ammontare di questi incentivi (210 miliardi in 20 anni, pagati da cittadini e imprese con gli oneri di sistema nelle bollette elettriche) ha innescato un vero e proprio “assalto alla diligenza” da parte delle multinazionali dell’energia e di innumerevoli società, alcune di queste poco trasparenti come sottolineato recentemente dal direttore dell’Unità di Informazione Finanziaria (UIF), l’ente antiriciclaggio della Banca d’Italia sugli interessi della Criminalità Organizzata».
«Sono innumerevoli i progetti in corso di autorizzazione, con batterie di accumulo, pannelli fotovoltaici nei campi e abbattimenti di ettari di boschi nei crinali appenninici per far posto a gigantesche pale eoliche, in uno tra i paesi meno ventosi d’Europa – prosegue la nota – Esiste un concreto rischio che siano irreparabilmente compromessi il nostro paesaggio, le aree naturali e i nostri Appennini, con le inevitabili ricadute anche sulle attività economiche a cominciare dal turismo e sulle popolazioni locali. È infatti proprio in queste aree, anziché quelle realmente idonee (urbane, industriali, degradate), che alle ditte private (non alla collettività e all’ambiente) conviene installare gli impianti». Le Regioni, spiega la Coalizione, devono attuare «un adeguato quadro di tutele ambientali e paesaggistiche attraverso proprie leggi regionali emanate entro il 2 gennaio 2025».
«La Regione Sardegna è solo la punta dell’iceberg di una situazione che si sta estendendo rapidamente anche nelle altre regioni d’Italia» spiega la Coalizione, che ha anche inviato agli assessori all’Ambiente delle Regioni Emilia Romagna e Toscana un documento scientifico redatto con la consulenza di esperti «dove sono stati evidenziati i rischi legati al consumo di suolo agricolo, al dissesto idrogeologico, all’abbattimento di boschi e alla perdita di biodiversità delle aree naturali. Nello stesso documento sono state evidenziate anche le modalità attraverso cui è possibile raggiungere gli obiettivi del PNIEC al 2030 da parte di queste regioni senza consumare altro suolo, senza degradare gli ambienti naturali e il paesaggio».
La Coalizione TESS auspica che anche i sindaci destinatari delle lettere possano sollecitare le rispettive Regioni affinché facciano propri i principi di salvaguardia dalle speculazioni.
«L’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA), nel proprio report del 2023 sul consumo di suolo, ha evidenziato chiaramente che per gli impianti di energia rinnovabile sono già disponibili aree edificate come coperture di case, magazzini, centri commerciali, parcheggi e tante altre superfici che potrebbero essere ricoperte di pannelli fotovoltaici, raggiungendo ampiamento gli obiettivi 2030» scrive la Coalizione.
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