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A Doha si celebra la sconfitta della politica

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Il mondo è pronto al cambiamento, ma i suoi leader no. La conferenza sul clima di Doha sancisce l’ennesima sconfitta per il mondo ambientalista. Impegni troppo timidi e poco vincolanti
A Doha si sono dati appuntamento i grandi della terra per affrontare il problema dei cambiamenti climatici. Ma al vertice Onu si è celebrata l’ennesima sconfitta delle istanze ambientaliste. Il mondo è pronto ma i suoi leader no, si legge nel comunicato congiunto delle associazioni ambientaliste. “Alcuni paesi sviluppati hanno bloccato i negoziati facendo passi indietro rispetto ai loro impegni precedenti e rifiutandosi di prenderne di nuovi. E la cosa peggiore è che era solo una manciata di paesi – come la Polonia, la Russia, il Canada, gli USA e il Giappone” ha detto Mariagrazia Midulla, responsabile Clima Energia del WWF Italia che ha seguito i negoziati a Doha.  “Troppo grande la distanza tra le decisioni prese e quelle necessarie” ha commentato il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza.
“La classe politica mondiale si è dimostrata incapace di cogliere la sfida e di imboccare con determinazione la strada giusta. Né Kyoto 2, per quanto indispensabile, può far modificare il giudizio complessivo: troppo timidi gli impegni. Ora l’Europa dove impegnarsi con una determinazione maggiore di quella mostrata a Doha, a cominciare dalle risorse per i paesi poveri e proseguire senza incertezze verso la green economy. L’Italia deve colmare il ritardo rispetto a molti paesi europei: eliminazione dei 9 miliardi di sussidi alle fonti fossili, revisione della Strategia energetica nazionale sulle trivellazioni, sostegno alle rinnovabili e all’efficienza. Farebbe bene  all’Italia e alla prossima COP 19 che si terrà a Varsavia”.

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