Non è una novità. Anzi, prima della meccanizzazione dell’agricoltura era l’unico e prezioso mezzo cui i contadini facevano affidamento. E, paradossalmente, oggi si propone quale alternativa per la sua economicità ed efficienza. E’ la trazione animale, ossia la re-introduzione degli animali (asini, cavalli, muli) nelle lavorazioni nei campi. Ed ecco il progetto.
Che sia economica ed efficiente e soprattutto a impatto ambientale non “zero”, bensì positivo, ne è convinto Mario Gala, uno dei promotori e sostenitori del progetto “P.A.L.A.” (Promozione animali da lavoro agricolo). Il gruppo è composto da una decina di membri attivi tra contadini, fabbri, sellai, maniscalchi, studenti universitari, e una sessantina di membri iscritti alla mailing list. «Il progetto nasce nel 2009 da una riflessione sulla crisi dell’agricoltura – racconta Gala, pastore contadino delle Langhe –, in particolare sull’aumento dei costi di produzione, il ribasso della redditività e l’impatto dei costi di mantenimento dei mezzi agricoli meccanici nel bilancio delle realtà contadine».
Sì, è possibile
Mario (il volto solcato da un cinquantennio di esperienza di lavoro) racconta come, in Italia, la trazione animale fosse ancora in uso fino a mezzo secolo fa. Basti pensare che in Piemonte l’unità di misura dei campi è la “giornata”, ossia l’area che un animale riusciva a lavorare nell’arco di una giornata di lavoro, giusto a dire che la saggezza antica ancora permea il vocabolario moderno. «Mentre in Italia c’è stato il totale abbandono di questa pratica – fa notare Gala –, in Francia c’è stata un’evoluzione degli attrezzi che sono, oggi, tecnologicamente all’avanguardia». E’ stato appunto in Francia che il gruppo P.A.L.A. ha trovato un fabbro che su licenza ha costruito la “kassine”, un portautensili che attraverso un unico innesto consente di cambiare l’attrezzo. Un’evoluzione possibile, dunque, per tutti coloro che desiderano evolvere in maniera intelligente il proprio lavoro in azienda.
Un nuovo paradigma della vita contadina
I costi di mantenimento di un animale da soma non sono paragonabili a quelli di mantenimento di un mezzo agricolo (carburante, manutenzione, cambio gomme e la preghiera quotidiana che non si guasti, se i mezzi non son più nuovi). «L’efficienza è garantita, poiché un animale svolge il medesimo lavoro del mezzo meccanico» assicura Gala, che nelle sue vigne e nei seminativi usa solo i suoi asini. Ma non soltanto, perché a beneficiare dell’uso degli animali è la stessa terra. «La composizione chimico-fisica del terreno cambia in senso migliorativo nell’arco di tre anni – asserisce Gala -. Nelle vigne, ad esempio, il trattore pesta sempre nello stesso punto, sia che sia gommato sia che sia cingolato. Il terreno viene dunque costipato, impedendo il ricambio di ossigeno e il lavoro dei microrganismi, impoverendolo progressivamente». Al contrario, una vigna il cui terreno è lavorato dagli animali ha bisogno di meno trattamenti perché è più forte. «Ecco che così si genera unacoazione virtuosa tra animale, terreno e pianta» conclude Mario Gala.
Il gruppo P.A.L.A., di cui due studenti membri hanno partecipato a un percorso formativo in Francia finanziato da Wwoof Italia, organizza degli incontri di informazione e formazione in Nord Italia. Chi desiderasse avere maggiori informazioni sulla trazione animale può contattare Mario Gala all’indirizzo e-mail
finocchioverde@libero.it. La sua azienda si trova a Murazzano in provincia di Cuneo.