Al via la COP29, ma non sotto i migliori auspici…
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Si apre oggi, 11 novembre (ma non sotto i migliori auspici…), e terminerà il 22 novembre la COP29 a Baku in Azerbaigian, la Conferenza delle Parti che dovrebbe focalizzarsi sugli sforzi per affrontare il cambiamento climatico e individuare direzioni per la sostenibilità.
Si apre oggi, 11 novembre (ma non sotto i migliori auspici…), e terminerà il 22 novembre la COP29 a Baku in Azerbaigian, la Conferenza delle Parti che dovrebbe focalizzarsi sugli sforzi per affrontare il cambiamento climatico e individuare direzioni per la sostenibilità. Ma un’indagine sotto copertura condotta da Global Witness avrebbe rivelato che il team «incaricato di guidare i colloqui globali sul clima delle Nazioni Unite di quest’anno ha contribuito a facilitare le discussioni sugli accordi sui combustibili fossili». Global Witness ha fatto in modo che risultasse l’intenzione di un presunto gruppo petrolifero e del gas di investire nel settore dei combustibili fossili azero e sponsorizzare la COP29. Alle persone sotto copertura «è stato permesso l’accesso al cuore dell’evento ONU di quest’anno» spiega l’organizzazione.
Un portavoce di Global Witness ha affermato che «i funzionari della COP29 hanno abusato delle loro posizioni facilitando i colloqui sugli accordi di petrolio e gas in una conferenza sul clima, lanciando un futuro distopico che include i combustibili fossili forse per sempre».
«Così come per gli Emirati Arabi Uniti lo scorso anno, l’Azerbaigian appare poco credibile come Paese ospitante dell’iniziativa sul clima. La sua economia dipende infatti in gran parte dall’estrazione di combustibile fossile, mentre la cultura politica, autoritaria e resistente all’esame critico, risulta in contrasto con i principi di trasparenza e inclusione su cui si fonda il sistema delle Nazioni Unite» si legge su L’Indipendente.
Anche COP Co-Opted, il rapporto pubblicato alla fine di ottobre da Transparency International e Anti-Corruption Data Collective, «ha sollevato preoccupazioni sul fatto che la convenzione quadro “mancasse di protezioni contro l’influenza delle aziende e dei combustibili fossili nell’organizzazione della COP del Paese ospitante”».
Intanto attivisti e organizzazioni – tra cui il comitato nazionale del movimento Bds (Boycott, Disinvestment e Sanctions), il Global Energy Embargo for Palestine (Geep) e il Palestinian Grassroots Anti-Apartheid Wall Campaign – hanno chiesto ai paesi coinvolti durante la Cop di sospendere le forniture di energia a Israele, mentre pressioni crescenti sono rivolte alle multinazionali energetiche. Altre mobilitazioni per chiedere un embargo energetico proseguono in Gran Bretagna, Sudafrica, Turchia, Stati Uniti, Brasile e altrove.
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LETTURE UTILI
Speranza attiva ci mostra come affrontare la crisi ambientale, economica, ma anche esistenziale che stiamo vivendo e come riscoprire nel nostro profondo una resilienza inaspettata e un potere creativo.
Attingendo alla loro lunga esperienza di attivisti e alle loro conoscenze scientifiche, gli autori ci guidano attraverso un processo di consapevolezza e trasformazione personale in grado di fornirci gli strumenti per affrontare il disordine in cui ci troviamo e svolgere il nostro ruolo nella transizione collettiva, verso una società finalmente in grado di sostenere la vita.