Anche la Sicilia in fiamme
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Il caldo e la siccità favoriscono la diffusione delle fiamme ma gli ultimi roghi confermerebbero che l’innesco è doloso.
JBS, la più grande azienda produttrice di carne al mondo, non rispetterà il suo impegno di fermare la deforestazione dalla propria filiera in Amazzonia entro la fine del 2025, secondo l’inchiesta di The Guardian, Repórter Brasil e Unearthed, l’unità di giornalismo investigativo di Greenpeace UK.
Biometano, la sostenibilità è messa ampiamente in discussione: ISDE lancia l’allarme sui possibili rischi ambientali e sanitari degli impianti di digestione anaerobica e pubblica un nuovo position paper.
Un gruppo di indigeni Jenu Kuruba che 40 anni fa erano stati sfrattati dal loro villaggio ancestrale nella Riserva della Tigre di Nagarhole, nell’India meridionale, hanno rioccupato quella che era un tempo la loro casa.
«La risoluzione che l’Assemblea regionale dell’Emilia-Romagna ha votato all’unanimità sulla gestione dei territori fluviali è assai ambigua e crediamo che ciò sia dettato dalla volontà di ottenere il consenso di quella parte delle popolazioni alluvionate tuttora convinta che il taglio a raso delle vegetazioni fluviali sia la strada da percorrere»: lo afferma Reca.
JBS, la più grande azienda produttrice di carne al mondo, non rispetterà il suo impegno di fermare la deforestazione dalla propria filiera in Amazzonia entro la fine del 2025, secondo l’inchiesta di The Guardian, Repórter Brasil e Unearthed, l’unità di giornalismo investigativo di Greenpeace UK.
Biometano, la sostenibilità è messa ampiamente in discussione: ISDE lancia l’allarme sui possibili rischi ambientali e sanitari degli impianti di digestione anaerobica e pubblica un nuovo position paper.
Un gruppo di indigeni Jenu Kuruba che 40 anni fa erano stati sfrattati dal loro villaggio ancestrale nella Riserva della Tigre di Nagarhole, nell’India meridionale, hanno rioccupato quella che era un tempo la loro casa.
«La risoluzione che l’Assemblea regionale dell’Emilia-Romagna ha votato all’unanimità sulla gestione dei territori fluviali è assai ambigua e crediamo che ciò sia dettato dalla volontà di ottenere il consenso di quella parte delle popolazioni alluvionate tuttora convinta che il taglio a raso delle vegetazioni fluviali sia la strada da percorrere»: lo afferma Reca.