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Associazione Energia Per l’Italia: «No a un ritorno al nucleare»

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«Destano forte preoccupazione le parole del neo insediato presidente di Confindustria Emanuele Orsini che propendono decisamente per un ritorno al nucleare in Italia»: è il commento dell’Associazione Energia Per l’Italia che interviene con una forte critica nei confronti di un paventato ritorno allergia dell’atomo.
Associazione Energia Per l’Italia: «No a un ritorno al nucleare»

«Destano forte preoccupazione le parole del neo insediato presidente di Confindustria Emanuele Orsini che propendono decisamente per un ritorno al nucleare in Italia»: è il commento dell’Associazione Energia Per l’Italia che interviene con una forte critica nei confronti di un paventato ritorno allergia dell’atomo.
«Orsini trascura il potenziale assolutamente fondamentale delle rinnovabili che, lo ricordiamo, sono riuscite per la prima volta nella storia a coprire il 51% della domanda elettrica italiana nello scorso mese di aprile 2024; tace, inoltre, sul ritardo dei decreti attuativi del Piano Transizione 5.0 che sta causando il congelamento di 4 miliardi di euro per i crediti d’imposta alle imprese e 1,5 miliardi per l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili, contribuendo così alla contrazione in atto (-18,9%) della domanda interna di macchine utensili» si legge nella nota dell’associazione.
«Come Associazione Energia per l’Italia (ExIt) vogliamo ribadire che le rinnovabili sono in crescita esponenziale in tutto il mondo arrivando già a coprire il 30% della domanda elettrica globale, mentre l’industria nucleare è assolutamente in una fase di stallo. Preoccupa che Confindustria e il suo nuovo Presidente non abbiano colto queste tendenze internazionali e nazionali – prosegue la nota – I dati delle agenzie Iea e Irena mostrano che ormai sono 8 i paesi del mondo dove le rinnovabili coprono il 100% della domanda di energia elettrica, mentre in altri 40 (di cui 11 in Europa) la quota supera il 50%. Anche in California, un’economia decisamente più grande di quella italiana, le installazioni sempre più ampie di solare, eolico e accumulatori stanno portando il sistema elettrico verso l’autonomia dal fossile».
«Risulta quindi evidente l’importanza che anche Confindustria si concentri sulla questione della transizione alle rinnovabili, e non metta in campo improbabili ritorni al nucleare, che comunque non vedrebbero una centrale realizzata prima di almeno 15-20 anni, sempre ammesso che gli italiani accettino, dopo due referendum abrogativi, di voler riaprire questa disgraziata partita energetica. Per non parlare della fusione nucleare, sulla quale Eni fornisce da tempo notizie tanto positive quanto discutibili, col possibile scopo di rallentare la transizione energetica dai combustibili fossili alle energie rinnovabili – scrive ancora l’associazione – Non abbiamo tempo per aspettare decenni perché la crisi climatica incombe, e soprattutto perché abbiamo già a disposizione tutte le tecnologie necessarie per far funzionare la rete elettrica e l’intero Paese con le sole rinnovabili».
«Le rinnovabili possono abbattere drasticamente inquinamento ed emissioni, e possono anche far risparmiare le industrie, perché la corrente rinnovabile si può autoprodurre facilmente e costa decisamente meno di quella prodotta con le fonti fossili, per non parlare del costosissimo nucleare, che può essere sostenuto soltanto dai governi, come dimostra l’esperienza molto pesante della Francia, che ha dovuto rinazionalizzare il settore elettrico a causa dei costi insostenibili per gli operatori privati. Invitiamo pertanto il Presidente Orsini a prestare maggiore ascolto alla voce della scienza, che chiede di agire con urgenza per la transizione alle rinnovabili, soprattutto in un Paese come il nostro che dispone di enormi e sottoutilizzate risorse di vento e sole, e che non ha nemmeno una miniera di uranio».
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LETTURE UTILI

Tutto quello che è importante sapere sul nucleare civile e militare. Uno strumento essenziale per insegnanti, giornalisti, militanti e studiosi antinucleari.

L’Atlante dell’Uranio è il testo di riferimento per comprendere, dati alla mano, che il nucleare non è uno sbiadito ricordo del passato, ma una minaccia concreta per il futuro dell’umanità. 
Con approfondimenti completi e aggiornati su:
  • la situazione delle centrali nucleari
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  • le riserve disponibili di uranio.
L’edizione italiana, traduzione e aggiornamento di Uranium Atlas: data and facts about the raw material of the atomic age, è arricchita di una sezione originale sulla situazione del nucleare in Italia a cura di Angelo Baracca, fisico e attivista antinucleare, con interventi dell’Associazione Italiana Vittime dell’Uranio Impoverito, di Pressenza e dell’Agenzia Stampa Internazionale per la Pace e la Nonviolenza.
Prefazione di Alex Zanotelli
Traduzione di Alessandro Michelucci

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