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Biomasse, norme più stringenti

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In Italia il Ministero dell’ambiente sta lavorando ad un Decreto di certificazione delle caldaie a biomasseche fino ad ora hanno contribuito considerevolmente alle emissioni inquinanti.
In Europa tramite il Pacchetto “Aria pulita” si sta lavorando per stabilire obiettivi «volti a ridurre entro il 2030 gli impatti dell’inquinamento atmosferico sulla salute e sull’ambiente, attraverso norme più severe in materia di emissioni e di inquinamento atmosferico» spiegano dalle Agenzie per l’Ambiente. Tra queste norme troviamo la nuova Direttiva sulle emissioni degli impianti di combustione con potenza compresa tra 1 e 50 MW (“di medie dimensioni”) impiegati in molti settori, compresi il riscaldamento e il raffreddamento domestico, la produzione di energia elettrica e la fornitura di vapore per i processi industriali.
«La mancanza – fino ad oggi – di una regolamentazione ha permesso che queste istallazioni incidessero in maniera significativa sull’inquinamento atmosferico in Europa – spiegsa Arpat Toscana – La direttiva colma così una lacuna normativa relativamente alla combustione: gli impianti di piccole dimensioni infatti sono coperti dalla Direttiva 2009/125/CE, recepita con DLgs 15/2011, e gli impianti di grandi dimensioni dalla Direttiva 2010/75/UE recepita con DLgs 46/2014».
Il provvedimento, adottato dal Consiglio europeo a fine 2015 ( Direttiva 2015/2193/UE), fissa dei limiti di emissione in atmosfera per biossido di zolfo, ossidi di azoto e particolato e prevede:
  • la registrazione obbligatoria di tutti gli impianti di combustione medi,
  • specifici limiti di emissione per gli inquinanti di cui sopra
  • regole per tenere sotto controllo il monossido di carbonio.
In Italia, il DLgs 152/2006 (articolo 290, comma 4) prevedeva, inoltre, l’adozione di uno specifico provvedimento sulla certificazione ambientale dei generatori di calore. Tale certificazione deve servire a:
  • attestare l’idoneità dell’impianto ad assicurare specifiche prestazioni emissive, con particolare riferimento alle emissioni di polveri e di ossidi di azoto,
  • assegnare, in relazione ai livelli prestazionali assicurati, una specifica classe di qualità (classificazione ambientale).
Il provvedimento, oltre a prevedere questa certificazione, deve anche individuare:
  • le prestazioni emissive di riferimento per le diverse classi di qualità,
  • i metodi di prova e le verifiche che il produttore deve effettuare ai fini della certificazione,
  • indicazioni circa le corrette modalità di installazione e gestione dei generatori di calore.
Il Decreto previsto dal DLgs 152, con un notevole ritardo (doveva essere adottato entro il 31/12/2010) è oggi quasi ultimato e sarà presto sottoposto, in quanto decreto tecnico, alla Commissione europea.

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