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Brindisi: 44 morti l’anno per la centrale

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Un nuovo studio del Cnr (Centro nazionale delle ricerche) pubblicato sulla rivista International Journal of Environmental Research and Public Health sostiene che la centrale Federico II di Cerano, a Brindisi, provocherebbe fino a 44 morti all’anno nel brindisino e nei territori tra Lecce e Taranto. Scarica lo studio dall’allegato Pdf.
La centrale Enel di Cerano provocherebbe «fino a 44 decessi» l’anno nella zona di Brindisi, Taranto e Lecce. In altre parole, fino a un massimo di quattro morti ogni 100mila abitanti si potrebbero evitare, se non ci fossero le emissioni inquinanti della centrale termoelettrica a carbone Federico II, tra le più grandi d’Europa. A dirlo è lo studio pubblicato sulla rivista International Journal of Environmental Research and Public Health. Terra Nuova mette a disposizione dei lettori il testo integrale dello studio, scaricabile dall’allegato Pdf.
«Quattro morti ogni 100mila abitanti che si potrebbero certamente evitare se solo ci fosse la reale volontà di invertire quella politica fossile divenuta ormai obsoleta e insostenibile anche da un punto di vista occupazionale» hanno commentato Gianluca Bozzetti, consigliere brindisino e gli altri 7 consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle.
E sui problemi di inquinamento del brindisino è proprio di qualche giorno fa un nuovo esposto in procura da parte dell’associazione ambientalista “No al Carbone” a seguito dell’ennesima violenta fiammata sprigionatasi una torcia del petrolchimico il 2 luglio scorso, e visibile da diverse zone dell’intera provincia: «Brindisi non è solamente vittima dei problemi ambientali e sanitari causati dalla Centrale a Carbone ma anche di quelli causati dal petrolchimico o dai circa 50 ettari di discarica inquinata di Micorosa, ecc. Ribadiamo pertanto – concludono gli 8 consiglieri regionali – il nostro NO TAP ovunque, un ecomostro inutile in questa Regione, che produce già il doppio dell’energia necessaria. Così come per Taranto, Brindisi e l’intera Regione Puglia necessitano di una seria politica energetica, sostenibile e che rispetti l’ambiente e la salute dei cittadini. Solo credendo in un sistema sinergico tra queste realtà sarà finalmente possibile pensare ad futuro diverso per la nostra Regione. Stiamo stilando una richiesta ufficiale per una Commissione Speciale che studi un piano di riconversione economica per queste aree in cui i cittadini sono ancora costretti a scegliere tra salute e lavoro».

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