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C’è crisi? Liberiamo le alternative!

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La situazione economica nel nostro Paese è pesantissima. Ora più che mai è tempo di esplorare le alternative. Che sono alla portata di tutti.
Il troppo stroppia, ma soprattutto il «troppo» ai «pochi». La saggezza popolare viene in aiuto una volta di più anche per arrivare all’essenza della crisi economica, che ci toglie fiducia e ci svuota le tasche. Già, perché «è proprio la crescita la causa della crisi», come spiega Maurizio Pallante, fondatore del Movimento per la decrescita felice.
Stiamo parlando di una crescita gonfiata da fiumi di denaro, spesso solo virtuali, incanalati nella direzione sbagliata: grandi opere in mano a pochi e controllate dall’establishment anziché piccole opere capillari a servizio della popolazione; armamenti, esercito e guerre anziché serie politiche per l’ambiente, per la scuola o il sociale. Una crescita che, se anche c’è stata in passato, «non è più riproducibile e perpetrabile, perché è espressione di una scelta liberista che provoca gravissimi danni all’ambiente senza offrire reali e concreti vantaggi alle popolazioni»: è la teoria di Guido Viale, sociologo ed esperto di economia dell’ambiente.
La situazione in effetti è pesantissima: le aziende chiudono perché non hanno margini, i consumi si riducono perché la gente ha sempre meno denaro da spendere e fatica a garantirsi persino l’indispensabile, lo Stato è sempre più indebitato, i mercati finanziari con i loro segni meno gettano nel panico chi specula sui movimenti di capitali. E intorno a noi assistiamo agli effetti di uno sfruttamento selvaggio di tutto, risorse ambientali e umane.

Schiacciati dai debiti
«Il debito è conseguenza di una crescita economica a tutti i costi» è l’analisi di Pallante. «Il meccanismo è presto detto: si inonda il mercato di grandi quantità di merci che non possono essere acquistate dai governi o dai cittadini con le risorse e i redditi a disposizione. Si ha quindi un eccesso di offerta e una carenza di domanda, con la conseguenza che l’esposizione economica di chi continua a produrre o a crescere non può essere appianata perché non c’è chi compra. Il debito pubblico, già altissimo, non è che una porzione dell’indebitamento complessivo: c’è infatti da aggiungere il debito degli enti locali, delle famiglie, delle aziende».

Chi vive di debiti, evidentemente «vive al di sopra delle sue possibilità», spiega Andrea Zanella, consulente finanziario indipendente. «Appunto quello che succede ai cittadini e agli Stati: stiamo tutti vivendo al di sopra delle nostre possibilità. C’è un’immagine che secondo me aiuta a rendersi conto di cosa sta avvenendo: siamo tutti come una famiglia che, malgrado abbia acceso più di un mutuo, continua a spendere e a «crescere» tanto che a fine anno non riesce nemmeno più a pagare gli interessi sui mutui che ha contratto. Quindi l’Italia non è vittima di nessuno se non di se stessa. Sono i governanti che si sono succeduti ad essersi cercati tutto quanto e per governanti intendo tutti, indistintamente, poiché quella di oggi è un’eredità del passato»…

Sempre nell’articolo:

>> Piccolo e sobrio: si può!
>> Ecco da dove cominciare
>> Le proposte della campagna “Sbilanciamoci”
>> L’economia governata dal basso
>> Tutti siamo chiamati ad impegnarci

>> Box1: La contromanovra di Sbilanciamoci per il biennio 2012-2013

>> Box2: 76 milioni di euro al giorno per le armi. I tagli facciamoli lì
Il testo dell’appello di padre Zanotelli contro la manovra finanziaria, che mentre taglia i servizi fondamentali, continua a foraggiare l’ndustria militare.

La versione completa dell’articolo è disponibile sia nel formato cartaceo di Terra Nuova Ottobre 2011 che come eBook.

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