Catastrofi climatiche: no all’assicurazione privata obbligatoria
homepage h2
Il Ministro dell’Ambiente ha spiegato che la strategia inviata al Comitato interministeriale di programmazione economica prevede anche l’individuazione degli strumenti idonei per difendere le coste dall’effetto dell’innalzamento del mare. Il Ministro ha, infatti, precisato che la difesa delle zone costiere dell’Alto Adriatico è uno dei punti fondamentali delle Linee strategiche visto che “le previsioni dei climatologi sono molto preoccupanti e risultano molto esposte al rischio di alluvione tutte le zone costiere dell’alto Adriatico, da Ravenna a Monfalcone, dove molti territori si trovano a quote inferiori al livello del mare”. “Oggi quei terreni sono difesi e tenuti asciutti da un sistema di canali di scolo e di idrovore concepito fra l’800 e il ’900, quando le piogge erano diverse e il mare non minacciava di diventare più alto” ha concluso Clini.
Per il Codacons la proposta di un’ assicurazione obbligatoria sulle case per coprire i rischi connessi ad eventi climatici estremi, è assurda ed avrà come unico risultato quello di arricchire le casse delle imprese assicuratrici. “Qualora dovesse passare questo provvedimento, si tratterebbe di un enorme regalo che il Governo fa alle compagnie di assicurazioni – afferma il Presidente Codacons, Carlo Rienzi – Se le case infatti sono costruite nel rispetto delle leggi e in aree sicure, è assurdo costringere i cittadini ad una polizza obbligatoria contro le calamità”. “Inoltre – prosegue Rienzi – in assenza di tariffe calmierate imposte dallo Stato, si determinerebbe una abnorme disparità: da un lato l’obbligo per i cittadini di assicurare un immobile, dall’altro la totale libertà delle compagnie di assicurazioni di applicare le tariffe che preferiscono, con crescite abnormi di anno in anno come avvenuto per l’Rc auto”.
Contrarie alla proposta anche Federconsumatori e Adusbef che ricordano di essersi battute contro quest’assurda proposta anche all’indomani del sisma in Emilia. “Un provvedimento del tutto improponibile che consentirebbe alle compagnie di assicurazione di lucrare sulle disgrazie dei cittadini” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti delle due Associazioni, che ribadiscono come la proposta andrebbe ad accrescere a dismisura gli introiti delle compagnie assicurative, che già guadagnano abbastanza applicando le tariffe Rc auto più care d’Europa. “Secondo una nostra stima, i maggiori guadagni, con un costo medio di 200 euro l’anno a polizza, ammonterebbero a circa 6 miliardi di euro (assicurando 30 milioni di abitazioni private tra prime e seconde case). Del tutto inutile, inoltre, l’applicazione di tale obbligo alle sole aree ad alto rischio: come ha dimostrato il recente terremoto in Emilia, non è possibile definire con certezza quali siano le aree a rischio o meno”. Federconsumatori e Adusbef chiamano alla responsabilità istituzioni e parlamentari affinché non facciano passare questo grave e vergognoso provvedimento.
Anche secondo la Coldiretti un’assicurazione obbligatoria contro alluvioni e altri eventi naturali che presentano un elevato grado di rischio per le popolazioni e i territori non rappresenta una soluzione né giusta né efficace considerando che la tutela riguarda i soli soggetti danneggiati che siano nelle condizioni economiche di far ricorso a tale strumento. “Ci sono 27 milioni di italiani che – sottolinea la Coldiretti – sono esposti al rischio idrogeologico e a quello sismico che rispettivamente riguardano 6.631 comuni, equivalente al 10% della superficie territoriale italiana (29,5mila kmq) e 2.893 comuni pari al 44% del territorio complessivo (131mila kmq). Nella frequenza degli eventi che offendono l’integrità idrogeologica del nostro paese non è peraltro in gioco un diritto privato all’indennizzo ma – precisa la Coldiretti – la tutela di beni comuni irriducibili negli schemi del mercato assicurativo. La proposta sembra, in realtà, neutralizzare le responsabilità che sono in capo agli enti pubblici nell’intraprendere opere e iniziative di adattamento in osservanza al riparto di competenza e – conclude la Coldiretti – affievoliscono l’impegno a d introdurre opportune garanzie per l’adozione di misure riguardanti soprattutto le aree deboli e più esposte allo spopolamento e nelle quali l’economia è più debole”.