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Catastrofi naturali: l’Italia indietro sulla prevenzione

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Siamo al 18° posto in Europa nella capacità di adattamento ai cambiamenti climatici. Eppure in Italia il vantaggio economico sarebbe enorme: per ogni euro investito in prevenzione, se ne rismiano 7 per riparare i danni
La messa in sicurezza del territorio è la vera, l’unica, grande opera di cui l’Italia avrebbe veramente bisogno: per ogni euro investito in prevenzione, se ne risparmiano fino a sette altrimenti necessari per riparare i danni. L’Italia però, rispetto agli altri paesi europei, si è mostrata poco incline a questa politica e poco pronta a reagire di fronte ai disastri. Secondo il Global Adaptation Index, redatto annualmente dall’Università di Notre Dame, nel 2013 il nostro paese si è classificato 30° a livello globale, ovvero 18° fra i paesi dell’Unione Europea ed ultimo fra quelli del G7.
La particolare graduatoria, che vede primeggiare i paesi nordici (primo posto per la Norvegia e a seguire Nuova Zelanda, Svezia, Finlandia e Danimarca) tiene in considerazione 45 indicatori per valutare vulnerabilità e prontezza di risposta agli effetti del cambiamento climatico di 192 paesi.
Gli eventi meteorologici estremi che si sono verificati e che sono tuttora in corso in diverse regioni hanno mostrato ancora una volta come l’Italia sia un paese a cui manchi la cultura della prevenzione.
Il buon senso e la ragione politica vogliono che ogni paese colpito da catastrofi naturali adotti un Piano Nazionale di Adattamento, che preveda l’allocazione di fondi adeguati alle ingenti misure da intraprendere.
Negli ultimi anni, l’Italia è stata sempre più spesso e sempre più pesantemente colpita da fenomeni meteo-climatici estremi di breve durata e forte intensità, che hanno prodotto danni gravissimi. L’impatto di questi eventi è enorme: molte decine di morti dal 2010 ad oggi ed un numero incalcolabile di danni economici.
Nel marzo 2011 la Commissione Europea ha reso disponibile la Piattaforma europea sull’adattamento ai cambiamenti climatici (Climate-ADAPT), ove gli utenti possono trovare informazioni tecnico-scientifiche in merito agli impatti, vulnerabilità ai cambiamenti climatici in Europa, riguardo a strategie e piani attuati in città, regioni e paesi europei, riguardo a casi studio e un utile strumento per pianificare una strategia e poi un piano di adattamento.
 
I recenti eventi meteorologici avversi richiamano l’attenzione sulla gestione del rischio idrogeologico in Italia, ma nel contesto di un clima che sta mutando. Ne consegue che la questione della gestione del nostro territorio deve essere inserita in un contesto nuovo per le nostre istituzioni politiche, nell’ambito dell’adattamento ai cambiamenti climatici.
Adattamento ai cambiamenti climatici significa ridurre il rischio e i danni derivanti dagli impatti negativi (presenti e futuri) dei cambiamenti climatici in maniera efficace dal punto di vista socio-economico e sfruttare i potenziali benefici della situazione. Prevenire gli impatti significa ridurre l’ammontare dei danni e dei costi dei futuri ed eventuali disastri. L’adattamento si realizza attraverso l’elaborazione di strategie nazionali, regionali e locali da attuarsi mediante piani di azione.
Nell’aprile 2013 la Commissione Europea ha adottato la Strategia Europea di Adattamento ai Cambiamenti Climatici per rafforzare il livello di preparazione e la capacità di reazione agli impatti dei cambiamenti climatici a livello locale, regionale, nazionale e dell’Unione Europea. Adesso serve che l’Italia si dia davvero da fari, recuperando il terreno perduto. In tutti i sensi.

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