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Cittadini per l’Aria: «I fondi green europei alle case automobilistiche»

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«Un recente  studio di Voxeurop e European Investigative Collaborations mostra che tra i maggiori destinatari dei fondi verdi europei ci sono aziende petrolifere, case automobilistiche e aziende della moda, nonostante siano tra i maggiori inquinatori al mondo»: la denuncia arriva dall’associazione “Cittadini per l’Aria”.
Cittadini per l’Aria: «I fondi green europei alle case automobilistiche»

«Un recente  studio di Voxeurop e European Investigative Collaborations mostra che tra i maggiori destinatari dei fondi verdi europei ci sono aziende petrolifere, case automobilistiche e aziende della moda, nonostante siano tra i maggiori inquinatori al mondo»: la denuncia arriva dall’associazione “Cittadini per l’Aria”.
Lo stesso studio «afferma anche come non vi sia alcuna prova che il capitale investito sia finalizzato a sostenere queste società nella transizione climatica e nella decarbonizzazione -prosegue l’associazione in una nota – Il  regolamento sull’informativa sulla finanza sostenibile dell’UE classifica questi investimenti come ESG ai sensi dell’articolo 8 – per i fondi che dovrebbero promuovere azioni ambientali o sociali – o l’articolo 9, che riguarda i fondi che promuovono investimenti sostenibili. Fra gli oltre 4.000 fondi green in Europa analizzati, 87 miliardi di dollari (85 dai fondi relativi all’articolo 8 e 2 miliardi di dollari dai fondi dell’Articolo 9) sono stati investiti nelle 200 delle aziende più inquinanti del mondo, fra cui aziende petrolifere e della moda, tra i primi 10 beneficiari dei fondi figurano tre case automobilistiche e un produttore di aerei commerciali. Stellantis, con una quota di veicoli a emissioni zero emissioni (ZEV) di appena il 7%, è il quarto maggior beneficiario di fondi green (5 mld di euro), mentre Mercedes, con una quota ZEV del 13%, è quinta (4 mld di euro) e Toyota, con una quota  ZEV pari solo al 2% (3 mld di euro), decima. Insieme, le azioni di queste tre società finanziano quasi 30 milioni di tonnellate di CO2». 
«Ci uniamo quindi alla raccomandazione di  T&E, chiedendo alla Commissione Europea di rivedere rapidamente il regolamento sull’informativa sulla finanza sostenibile per prevenire il greenwashing nel settore finanziario» conclude l’associazione.
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