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Avvisaglie, moniti, raccomandazioni e studi ormai non mancano: sono pochi coloro che ancora utilizzano telefono cellulare e tecnologie wireless senza fermarsi almeno un secondo a pensare: “E se poi mi farà ammalare?”. Ma l’abitudine prende il sopravvento, e allora accantoniamo i timori e preferiamo ignorare la vocina che prova a minacciare la nostra tranquillità. Eppure quella sulle microonde (artificiali, ben inteso, cioè quelle prodotte dall’uomo) è una storia che vale la pena di raccontare, perchè se la ascoltiamo e la meditiamo senza preclusioni o fanatismi, può aiutarci a utilizzare la tecnologia con maggior senso di responsabilità, maggior consapevolezza e anche maggiore attenzione alla nostra salute e dei nostri figli.
Degli effetti che le microonde hanno sulla salute si discute e si scrive da anni, ma la comunità scientifica fatica a prendere posizioni nette, probabilmente perché ormai c’è un’applicazione talmente diffusa e il business è talmente redditizio che si fatica ad affrontare la questione in maniera assolutamente oggettiva e senza pregiudiziali. Per gli stessi motivi, non è scontato che tutti gli studi pubblicati siano esenti da conflitti di interesse. Fatto sta che il principio di precauzione, così come in tanti altri casi, non viene nemmeno lontanamente preso in considerazione.
Immersi nelle microonde
Nelle microonde artificiali siamo immersi giorno e notte: telefoni cellulari (secondo l’International telecommunications union, nel mondo sono attivi 5 miliardi di apparecchi mobili, oltre la metà dei quali utilizzati da bambini o giovani adulti), ripetitori per garantirne il funzionamento, telefoni cordless (2 miliardi nel mondo), tecnologie wireless (cioè che non utilizzano fili ma antenne che diffondono microonde negli ambienti), e poi anche i forni a microonde. Questa esposizione cronica ha indotto numerosi scienziati a studiarne gli effetti sulla salute umana.
Gli effetti non termici
«Finora ci si è concentrati sull’effetto termico di breve periodo, che praticamente non ha il tempo di realizzarsi. È proprio da questo che si trae la conclusione sbagliata, pensando che non ci siano danni» spiega il professor Karl Hecht, già docente di patofisiologia clinica e di neurofisiologia. Infatti, per raggiungere con le microonde un surriscaldamento tale da indurre danni, occorrerebbe un’esposizione abnorme, mentre gli effetti più subdoli sono proprio quelli non termici, «che gran parte della comunità scientifica continua a negare, ma che esistono» testimonia il dottor Francesco Imbesi del Centro tutela consumatori utenti dell’Alto Adige, che da anni si batte per fare chiarezza sull’argomento. «La sindrome da microonde o malattia da frequenze radio venne descritta già nel 1932 e negli anni immediatamente successivi» continua il professor Hecht. Gli effetti biologici non termici sono poi stati confermati anche da studi assai più recenti…
Sempre nell’articolo:
>> I risultato dello studio pubblicato sul Journal of Neurooncology circa i test fra cellulari e DNA
>> Il BioInitiative Report
>> Il rapido sviluppo delle tecnologie wireless e gli effetti sulla salute
>> Tumori e cellulari: lo studio di Levis
>> Gli studi dell’Istituto Ramazzini e i nuovi dati in arrivo
>> Il parere dello Iarc, l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro
>> Precauzioni con:
– telefoni cellulari
– ripetitori e antenne
– cordless
– apparecchi wireless
– forno a microonde
Box: Cosa fare?
Le normative italiane, gli ammonimenti dello Iarc, gli effetti genotossici documentati dagli studi… ecco come difendersi dalle radiazioni emesse dall’uso del cellulare.