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Cop22 al culmine dei 5 anni più caldi di sempre

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Fino al 18 novembre in Marocco procederanno i lavori della 22ma Conferenza Onu sul clima. Il 15 novembre i 100 paesi che hanno siglato l’Accordo di Parigi dovranno tracciarne le strategie attuative.
Cento paesi dei 197 presenti a Marrakech alla Cop22 hanno formalmente siglato l’Accordo di Parigi. Il 15 novembre dovranno tutti ritrovarsi attorno ad un tavolo per tracciare per la prima volta insieme la strategia attuativa di quel piano studiato l’anno scorso in Francia.
Dal summit in Marocco, tra l’altro, dovrà uscire un percorso chiaro per lo stanziamento di 100 miliardi di dollari l’anno, fino al 2010, a sostegno dell’azione climatica nei paesi in via di sviluppo. Secondo le stime Onu servono dai 5 ai 7 mila miliardi annui per raggiungere un modello di sviluppo sostenibile. “È urgente passare a una fase di basse emissioni e di resilienza climatica” ha detto il Segretario Generale Ban Ki-moon.
Intanto l’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), l’agenzia delle Nazioni Unite per la meteorologia, nel rapporto “The global climate 2011-2015” inviato alla Cop22, afferma che gli ultimi cinque anni, dal 2011 al 2015, sono stati i più caldi mai registrati a livello globale e che è sempre più visibile la causa umana degli eventi meteorologici estremi che hanno impatti pericolosi e costosi.
Nell’ultimo quinquennio alle alte temperature si sono accompagnati l’innalzamento del livello del mare, il calo dell’estensione del ghiaccio marino artico, dei ghiacciai continentali e della copertura nevosa nell’emisfero Nord. Tutti questi indicatori, evidenzia il Mmo, “confermano il trend di lungo periodo del riscaldamento”. E gli eventi estremi sono sempre più collegati al riscaldamento globale. In base ad alcuni studi, proseguono gli esperti, le emissioni di gas serra hanno fatto crescere di dieci volte le probabilità che si verifichino ondate di calore.
“Gli effetti del cambiamento climatico sono stati costantemente visibili su scala globale dal 1980: l’aumento della temperatura globale in mare e sulla terraferma, l’innalzamento del livello degli oceani e il diffuso scioglimento dei ghiacci”, afferma il segretario generale del Mmo, Petteri Taalas. “Il cambiamento climatico ha fatto crescere i rischi di eventi estremi come le ondate di calore, la siccità, le piogge record e le inondazioni dannose”.
Tra gli eventi estremi citati nel rapporto figurano la siccità del 2010-2012 nel Corno d’Africa, che si stima abbia causato 258mila decessi, l’uragano Sandy che nel 2012 ha provocato perdite economiche per 67 miliardi di dollari negli Stati Uniti, e il tifone Haiyan che nel 2013 ha ucciso 7.800 persone nelle Filippine.

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