La Regione Toscana ha fatto sapere che la nave verrà raddrizzata alla fine dell’anno e l’armatore Costa intanto ha promesso che nel 2013 ripristinerà l’ecosistema: chissà come farà!
Malgrado le pressioni e le proteste del comitato “Liberi cittadini del Giglio”, le operazioni per rimuovere la nave Costa Concordia, naufragata davanti all’isola del Giglio nel gennaio scorso, non saranno terminate prima della fine di quest’anno o inizio 2013. Ovviamente si teme per una stagione turistica che sostiene l’economia locale, ma anche per l’ecosistema del luogo. La Regione Toscana ha annunciato che sarà Piombino la base logistica per tutte le operazioni di cantiere utili alla rimozione e al recupero della nave; nel porto di Talamone avverrà la selezione dei rifiuti. La decisione è stata comunicata dal gruppo Titan-Micoperi (incaricato della rimozione della nave dall’armatore Costa) durante la Conferenza dei servizi che ha verificato il progetto, ne ha dichiarata la fattibilità e, contestualmente, ha dato il via alle operazioni. Non mancano le preoccupazioni dei cittadini. Infatti la Regione ha sottolineato che “il progetto sarà approfondito in corso d’opera per le fasi attuative e dovrà tenere conto delle prescrizioni indicate dalla Conferenza dei servizi”. Dopo le indagini geologiche del fondale marino, sarà perforato il terreno, messi i pali necessari e legato lo scafo con cavi di acciaio. Forse tra ottobre e novembre la nave sarà raddrizzata e si stima che entro l’anno sarà rimessa in galleggiamento. Ma dovrà affrontare tutto l’inverno lì, a poche centinaia di metri da una delle isole più belle. L’armatore ha anche promesso che nel 2013 ripristinerà la situazione dell’ecosistema precedente al naufragio. Questo significa due cose: che danni e modifiche si sono già verificati e che occorrerà inventarsi un modo per rendere quei danni non duraturi. Ricordate cosa c’è dentro quella nave? Flatati, muschi artificiali, bisfenolo e alchifenoli sono solo alcuni esempi di composti materiali pericolosi contenuti in prodotti chimici o nell’arredamento. Poi sono state fornite informazioni generiche sulla presenza di pitture e smalti o insetticidi, che non permettono di effettuare stime apprezzabili dei rischi per l’ambiente. Ad esempio, l’ipoclorito di sodio trasportato sulla Concordia, nome chimico per indicare la comune candeggina. La nave, secondo la lista fornita alle autorità dall’armatore della Costa, ne trasportava addirittura una tonnellata. Nel rapporto Greenpeace si legge che “questa sostanza, reagendo con gli acidi organici presenti in mare, può produrre sostanze pericolose come i trialometani, ovvero dei composti tossici per fegato e reni, alcuni dei quali cancerogeni per l’uomo”.