Costruire con la terra, risanare con l'argilla
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Utilizzata correntemente anche in Italia per edificare palazzi, scuole e chiese fino agli anni ’50 e ’60, la terra è tornata recentemente in uso per le sue qualità ecologiche e bioclimatiche. La terra, infatti, assicura un migliore microclima interno agli edifici, è priva di emissioni tossiche, presenta un bassissimo consumo energetico e impatto ambientale durante tutto il suo ciclo di vita.
A parte i problemi di recupero del patrimonio italiano ed europeo costruito in terra, piuttosto importante considerato che si tratta di quasi il 10% del patrimonio rurale francese, e quasi il 30% in alcune regioni del Piemonte e della Sardegna, la terra è anche adatta al recupero di edifici storici o di recente costruzione, anche quando sono realizzati in mattoni cotti, pietra o cemento.
In Svizzera, Olanda e Germania, sono diversi i casi di recupero di edifici in cemento degli anni ’70 con intonaci e pareti in terra cruda. Da alcuni studi del Professor Minke dell’Università di Kassel risulta, infatti, che è soprattutto nei primi due centimetri della parete che la terra svolge la sua attività di assorbimento e resa dell’umidità, permettendo all’interno una sensazione costante di benessere. Dunque, ove non sia possibile contare sullo spessore e l’accumulo termico di un’intera parete, anche solo un intonaco di terra può migliorare il microclima interno (ovviamente se non dipinto o trattato in modo da renderlo impermeabile)….
Sempre nell’articolo:
>>La terra cruda nel recupero
Le applicazioni della terra cruda nel recupero sono diverse, in quanto questo materiale si presta a numerosi e differenti usi, dagli intonaci alle pareti, dai pavimenti ai controsoffitti…
>> Le pareti
– Mattoni crudi estrusi
– Mattoni crudi in terra e paglia
– Terra battuta
– Torchis
– Terra e paglia
– Massone o Bauge
>> I pavimenti
– Pavimento in terra battuta
– Pavimento in misto terra
– Pavimento in terra medio
– Piastrelle in terra cruda
>> Gli intonaci
>> Le lavorazioni speciali
La versione completa dell’articolo è disponibile nel numero arretrato della rivista Terra Nuova – Maggio 2004
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