Un cortometraggio ispirato al libro illustrato per bambini “Cappuccino e Cappuccetto”, con i testi di Fulvia Degl’Innocenti e le illustrazioni di Sonia Saba (Terra Nuova Edizioni): è quanto realizzato a Borgosesia, in provincia di vercelli, alla scuola dell’infanzia Mello Grand.
Un cortometraggio ispirato al libro illustrato per bambini
“Cappuccino e Cappuccetto”, con i testi di
Fulvia Degl’Innocenti e le illustrazioni di
Sonia Saba (Terra Nuova Edizioni): è quanto realizzato a Borgosesia, in provincia di Vercelli, alla scuola dell’infanzia Mello Grand. Il cortometraggio è stato anche selezionato al Sotto18 Film Festival di Torino per concorrere nella categoria scuole.
A illustrarci com’è nata l’idea e come è stato realizzato il progetto è Loredana Erbetta, che ne ha seguito la nascita.
Come nasce il progetto del cortometraggio, chi lo ha sostenuto e ha partecipato e cosa vi ha spinto a ispirarvi al libro illustrato “Cappuccino e Cappuccetto”?
«Il cortometraggio è stato realizzato nell’ambito del progetto Pon “EmozionArti”, rivolto a circa venti bambini iscritti alla Scuola dell’Infanzia Mello Grand di Borgosesia. Il bando con il quale l’istituto ha ricercato la figura dell’esperto di laboratorio prevedeva, da parte dei candidati, l’invio di un progetto che contemplasse la sperimentazione di differenti tecniche artistiche, in relazione anche alle tradizioni del territorio e che si aprisse inoltre alla dimensione della multimedialità e alle forme espressive ad essa correlate. Da anni, coerentemente con la mia formazione, in ambito sia cinematrografico/letterario che educativo,
lavoro con bambini e ragazzi proponendo loro percorsi di
produzione audiovisiva, nello specifico tramite la realizzazione in ambito collaborativo di cortometraggi animati. Ho quindi risposto al bando d’istituto con un progetto che includesse tra le varie attività proposte anche la realizzazione del corto. In accordo con la tutor
Ilaria Perrone, docente di scuola dell’infanzia, ho proposto di collegare tra loro tutte le varie attività creative ispirandomi ad un albo illustrato che ne divenisse il filo conduttore. I bambini durante l’anno scolastico avevano già ascoltato diverse storie ispirate a Cappuccetto Rosso e per questa ragione ho ritenuto importante che potessero continuare a farlo, ma da altri punti di vista».
Avete avuto riscontri e reazioni positive da parte dei bambini?
«La scelta dell’albo “Cappuccino e Cappuccetto” si è rivelata quindi calzante e vincente. I bambini si sono dapprima stupiti nello scoprire un libro da capovolgere e rileggere, ma poi hanno chiesto che gli venisse letto più e più volte, apprezzando molto la figura di un lupo molto simile a loro. Ogni settimana, da febbraio a giugno, abbiamo così dipinto, manipolato, modellato, animato e giocato ispirandoci all’albo, per arrivare poi ad un laboratorio conclusivo, aperto anche ai genitori, divenuto occasione per esporre le varie creazioni».
Quale l’obiettivo, il messaggio e il significato del lavoro fatto e proposto? Come verrà utilizzato e diffuso?
«Fare cinema d’animazione consente di dare forma al proprio mondo in maniera concreta, seguendo il metodo progettuale, lavorando in gruppo, ricoprendo al suo interno un ruolo e passando così da quello passivo di fruitori a quello di autori. I bambini hanno realizzato il cortometraggio affrontando tutte le fasi di produzione: storyboard, design, modellazione personaggi e scenografie, registrazione dell’audio e animazione. Il lavorare insieme, sperimentando un linguaggio nuovo per tutti, ha permesso ad ogni bambino di esprimere al meglio se stesso, dando il proprio contributo nel rispetto del gruppo e del lavoro dei compagni, senza timori o pregiudizi rispetto alle proprie capacità. L’animazione inoltre richiede concentrazione e pazienza, basti pensare che per realizzare un secondo sono necessarie ben 24 foto. In un mondo in cui tutto corre veloce e gli stimoli si sovrappongono rapidissimamente, vedere dei bambini così piccoli concentrarsi a lungo e calibrare ogni piccolo movimento, confidando inoltre in un risultato finale visionabile solo dopo numerosi sforzi, rappresenta un momento prezioso sempre emozionante».
«Ho proposto questo albo perché penso che sia davvero importante per i bambini capire che non esiste un solo punto di vista o una sola voce e che tutti hanno una storia da raccontare, anche quelli che la società a volte non ci presenta come “protagonisti”. Ma questo non è il solo aspetto ad avermi colpita. In poche pagine si riescono a cogliere bellezza e fragilità di due personaggi teoricamente posti agli antipodi, ma in realtà molto simili. Ho trovato emozionante il fatto che il libro parli di un incontro e che “si concluda “con la scelta di proseguire la strada insieme, lasciando però aperte tutte le porte su ciò che potrà essere. Ho proposto ai bambini di immaginarsi alcune possibili prosecuzioni ed è stato bello constatare come ogni “finale alternativo” fosse personale, diverso dagli altri e ormai indipendente dalla classica storia di Cappucetto Rosso. Le loro storie avevano il sapore dell’amicizia. In occasione della prima proiezione del corto i bambini si sono divertiti a ricercare nelle varie scene il loro contributo, sia che fosse il disegno di partenza, l’animazione o la voce. Nel complesso credo che siano stati molto contenti del tempo passato assieme ed è questo che mi porterò sempre nel cuore».